“I dati del Programma Nazionale Esiti, il
PNE, pubblicati dall’Agenas e relativi al by-pass aortocoronarico isolato collocano
la nostra Unità Operativa nella media degli altri centri cardiochirurgici
nazionali e rappresentano il miglior risultato tra le strutture provinciali”. A
dirlo è Luigi Piazza, il primario della Cardiochirurgia dell’Azienda
Ospedaliera di Caserta Sant’Anna e San Sebastiano.
Ed è lo stesso direttore generale Mario
Nicola Vittorio Ferrante ad aggiungere: “Va evidenziata la capacità di questa
struttura pubblica di accogliere e operare la maggioranza dei pazienti
della provincia”.
L’intervento di by-pass aortocoronarico
isolato è quello maggiormente eseguito in quasi tutte le cardiochirurgie
italiane e mondiali. La mortalità nell’AORN casertana è risultata pari al 2.73%.
Dall’analisi dei dati si evince anche che
dei 560 pazienti residenti nella provincia di Caserta, affetti da cardiopatia
ischemica a indicazione cardiochirurgica, la maggior parte è stata ricoverata e
operata presso l’Unità Operativa di cardiochirurgia aziendale e solo il 9% è
ricorso a strutture extraregionali.
Questi risultati, certamente positivi,
sono ancora più premianti se inseriti in un contesto ambientale non favorevole,
in un’epoca in cui il Sant’Anna e San Sebastiano per motivi extra-assistenziali
era spesso negativamente agli onori della cronaca.
Il conseguimento di tali numeri è senza
dubbio da ritenersi frutto di competenze, entusiasmi e spirito di abnegazione,
in linea con quello stesso spirito che all’inizio dell’attività, negli anni
2003-2005, aveva consentito di effettuare più di 500 interventi all’anno, con
una mortalità pari al 2.5%.
“Al dato strettamente numerico in
termini di mortalità – continua Luigi Piazza – va affiancato il grado di
soddisfazione dell’utenza, come testimoniato dalle numerose segnalazioni
positive dei pazienti. Infatti uno degli obiettivi della nostra Cardiochirurgia
è stato quello di affiancare a elementi strettamente tecnici, come l’utilizzo
di dispositivi per tecniche mininvasive, anche l’umanizzazione del reparto, cercando
di attenuare lo stato di disagio creato dalla patologia e dai suoi trattamenti. Sulla base di queste premesse
riteniamo auspicabile una collaborazione sempre maggiore tra l’AORN e le
strutture cardiologiche pubbliche territoriali, sino alla creazione di una rete
che non riguardi solo l’emergenza, ma che si rivolga al trattamento di tutte le
patologie cardiovascolari”.
L’addetto stampa (Enzo Battarra)
Nessun commento:
Posta un commento