COMUNICATO
DEL VESCOVO N.6
Una goccia nell’oceano
Carissimi,
caritas Christi
urget nos (2Cor 5,14) e, sospinti dalla carità, in questo tempo in cui
siamo chiamati a vivere a distanza, tempo
per astenerci dagli abbracci (Qol 3,5), dobbiamo trovare il modo, con tutte
le precauzioni possibili, per stare più vicini alla nostra gente.
Lo facciamo con la
preghiera, con i messaggi, con le telefonate; ma, pur restando a casa, anche con gesti sempre più solidali e
concreti.
Siamo in guerra, e la
guerra è il tempo della carità!
Come Diocesi abbiamo
offerto, come segno di condivisione, 4.000 mascherine agli ospedali e ad altri
centri, che saranno distribuiti nei prossimi giorni.
Vogliamo, attraverso il
magazzino della carità e le opere segno che continuano, sostenuti dalla Caritas
italiana, essere vicini alle nostre parrocchie anche con l’invio di generi
alimentari per le famiglie in disagio.
Chiedo ai parroci e ai
superiori delle case religiose di attivare, attraverso operatori della Caritas
attenti e prudenti, un servizio per monitorare i bisogni delle parrocchie.
In questo tempo di
smarrimento, operiamo per far sì che le nostre parrocchie, pur mantenendo le
disposizioni dei vari Decreti emanati, diventino sempre più centri operativi
per distribuire la carità.
Si senta sul territorio
la presenza dei sacerdoti e delle parrocchie, mentre negli ospedali tanti sono
in trincea per salvare vite umane.
Non mancherà a Voi, come
in altri momenti, quella fantasia della carità che aiuta, in modo discreto ma
vero, ad essere vicini alle persone.
Sarà una goccia, ma senza
questa goccia - come ebbe a dire Santa Teresa di Calcutta - l’oceano sarebbe
più povero.
Invito, come presidente
della Caritas diocesana, a prendere contatti con la nostra Caritas per
coordinare la presenza sul territorio.
Mentre viviamo questo
tempo con grande responsabilità e con grande fiducia, tutti saluto e benedico.
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