Aversa. Assurda vicenda in Comune,
la presidente dell'associazione Noi
Voci di Donne: "Ecco tutta la verità"
E' la prima volta che
l'associazione 'Noi Voci di Donne', subisce un attacco così basso e scorretto, attacco che non ha nessun
fondamento e che, invece, si prefigge come unico scopo quello di screditare
altri e non assumersi le proprie responsabilità come amministrazione.
Attacco che per nulla scalfisce i
principi di un centro forte e sicuro come 'Noi Voci di Donne', che da anni è
presente a Caserta e provincia, che offre i suoi servizi con personale
altamente qualificato, con l'ausilio di professioniste preparate e competenti,
che gratuitamente lavorano ogni giorno per la tutela e la lotta alla violenza
di genere.
I fatti. Il comune di Aversa si è
tenuto ben lontano da tutti gli impegni presi, uno sportello, senza linea
telefonica senza pc, e senza riscaldamenti. E' tempo di smetterla con le falsità
e con le infamie: non è stato il comune che in malo modo ha mandato via noi, ma
siamo noi ad essere andate via, nonostante tutto, con modi educati e pacati,
evitando di scatenare polveroni. E' tempo che si smetta di fare giochi sporchi
e 'inciuci' politici, sfruttando l'immagine di chi lavora bene, onestamente,
gratuitamente e per il bene comune. E' tempo che ognuno si assuma le proprie
responsabilità.
Dopo mesi di silenzi è giunto il
momento di parlare premettendo che non è abitudine del centro antiviolenza 'Noi
Voci di Donne', comunicare a mezzo stampa o fare passerelle su testate
giornalistiche, ma era doveroso rispondere e fare chiarezza sulla vicenda.
Un anno fa veniva firmato il
protocollo d'intesa, per l'istituzione di uno sportello antiviolenza 'Noi Voci
di Donne', presso il comune di Aversa con sede presso l'ex macello. Sportello
voluto fortemente dalla dott.ssa Francesca Petrella, la quale si è impegnata su
tutti i fronti affinché questo sportello sbocciasse presso il comune di sua
residenza. Come è noto a tutti, lo sportello d’ascolto nasce proprio sotto la
guida della Dott. Francesca Petrella, che da protocollo viene individuata come
figura di riferimento e responsabile dello stesso, e il Comune di Aversa
invece, individua come figura di riferimento la Dott.ssa Gemma Accardo.
Da premettere, che gli sportelli
di ascolto 'Noi Voci di Donne', nascono presso i comuni al fine di creare una
rete con lo stesso, una rete di collaborazione e non un servizio sostitutivo ad
altri servizi che un ente deve offrire (Servizi Sociali). Il lavoro dello
sportello da subito è partito a pieno ritmo, con segnalazioni, colloqui
d'ascolto e percorsi di sostegno psicologico, ma ha affrontato anche grandi
difficoltà, sempre taciute per evitare che il lavoro delle operatrici e la loro
serenità e quella dei loro assistiti venisse turbata. Tante le richieste e gli
interventi, tant’è che la referente dello sportello Francesca Petrella,
lamentava spesso di passare troppe ore in caserma per affiancare casi.
Sin dalla data di firma del
protocollo e consegna delle chiavi della sede, mai una domanda, mai nessuno, ha
mostrato il minimo interesse nei confronti del lavoro dello sportello di
ascolto e soprattutto del lavoro che svolgevano gli operatori volontari. Si
notava la comparsa dell’amministrazione, solo e soltanto in qualche comunicato
stampa dove riportava qualche intervento da parte dei carabinieri di Aversa con
il contributo della nostra referente Francesca Petrella. Forma di comunicazione
non condivisa dalla Presidente Pina Farina né dallo staff operativo di Caserta.
A distanza di mesi, la referente
Fracesca Petrella si dimette a mezzo lettera firmata in data 01/10/2013,
comunicando di aver consegnato le chiavi dello sportello direttamente alla
dott.ssa Accardo. Da subito, io nella mia persona (Pina Farina, presidente
dell'associazione 'Noi Voci di Donne'), mi metto in contatto telefonico con il
Comandante della stazione dei carabinieri di Aversa, spiegando la difficoltà
eminente dello sportello visto di non essere più in possesso delle chiavi, e
spiegavo, le mie buone intenzioni di individuare comunque da lì a poco un’altra
figura di riferimento. In quella circostanza mi resi disponibile per eventuali
richiese di aiuto da parte delle donne in difficoltà anche a costo di mandare
momentaneamente operatori volontari da Caserta. Non pochi invece, sono stati i
tentativi a mezzo telefonico per trovare un contatto con la dott.ssa Accardo e
con il primo cittadino che si sono sempre fatti negare. Nei giorni successivi a
tali eventi 'Noi Voci di Donne', individua quale figura di riferimento e
provvisoria, al fine di rispondere alle emergenze dello sportello e al fine di
trovare un filo comunicativo con l’amministrazione, l’Avv. Emilia Narciso –
Presidente Unicef Caserta, che da tempo collabora e condivide le iniziative di
'Noi Voci di Donne'.
In data 14/10/2013 l’avv.
Narciso viene presentata al comandate della stazione dei Carabinieri di Aversa,
come nuova figura di riferimento individuata da 'Noi Voci di Donne'. In quella
sede, erano presenti la Presidente di 'Noi Voci di Donne' Pina Farina e la
Dott.ssa Daniela Monfreda. L’avv. Emilia Narciso comunica al Comandate la piena disponibilità a collaborare
mettendosi a disposizione su tutti i tipi di intervento che lo sportello è
chiamato ad offrire, lasciando in consegna del Comandante i numeri telefonici
personali e di casa, vista la difficoltà nel recuperare di nuovo le chiavi
dello sportello consegnate alla Dott.ssa Accardo dalla Petrella. Da quella
data, non ci è mai arrivata una chiamata o una richiesta di aiuto né sulla mia
utenza, né su quella dell’Avv. Narciso. In quella sede è stato spiegato al
Comandante quali fossero i compiti dello sportello e quali quelli dei servizi
sociali. Dopo diversi tentativi, al fine di capire cosa stesse succedendo, del
perché le chiavi non si riuscivano più a recuperare, visto la totale negazione
e chiusura da parte dell’amministrazione, la Presidente, all’unanime con l’avv.
Narciso, scrive una lettera direttamente al primo cittadino, consegnata a mano
dall’Avv. Emilia Narciso nella prima decade di novembre, dove si comunicava di
sospendere ogni tipo di rapporto e collaborazione con l’amministrazione al fine
di non disperdere le energie positive e lavorative verso chi non voleva e forse
non ha mai voluto la collaborazione di 'Noi Voci di Donne' nel comune Aversano.
A tal proposito, in riferimento alla delibera pubblicata e che
Noi Voci di Donne non ne era assolutamente a conoscenza, si legge: “CHE,
anche, la Legione Carabinieri della Stazione di Aversa, con fax del 16.10,2013, ha rilevato la totale assenza di personale
presso lo Sportello in argomento, lamentando l'impossibilità di richiedere supporto allo
stesso per interrogare ragazze minori in presenza di particolari e gravi reati legati
alla sfera
sessuale;”
si commentano due punti:
• Il
Comandate era a conoscenza della nostra assenza allo sportello e
dell’impossibilità di aprire senza chiavi, vista la comunicazione telefonica
fatta dalla mia persona e poi tutto il
prosieguo....
• “per interrogare ragazze minori in
presenza di particolari e gravi reati legati alla sfera sessuale;”
Mi meraviglio di questa assurda
richiesta. Forse al Comandante sfugge quali sono i compiti di uno sportello di
ascolto, e magari dimentica di avere a disposizione al Comune di Aversa un
Assistente Sociale. Per affiancare un minore in fase di interrogatorio, è di
competenza un Assistente Sociale o uno Psicologo specializzato in psicologia
giuridica di funzione pubblica in servizio presso un ente, quali uniche figure
di riferimento ad avere il potere giuridico su interventi in materia minorile.
Gli operatori che prestano servizio volontario presso gli sportelli, e si
accingono ad ascoltare minori senza permesso di un giudice, sono perseguibili
penalmente.
Fonte: comunicato stampa
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