Una
nuova e originale ricerca a più voci su Matilde Serao, la Napoli cosmopolita
della Belle Époque e le donne del suo tempo: figure femminili segnate, come la
scrittrice e giornalista fondatrice del «Mattino», definita la «George Sand
italiana», da una ingiusta damnatio
memoriae. Sul crinale tra visibilità e invisibilità: malgrado un indiscusso
protagonismo che ha segnato la storia non soltanto giornalistica e letteraria
del nostro Paese, in un contesto europeo.
Si
intitola non a caso Visibili, invisibili.
Matilde Serao e le donne nell’Italia post-unitaria il volume, a cura di Gabriella
Liberati, Giuseppe Scalera, Donatella Trotta, edito dal Cnr/Cug (pp. 292, euro
24,00) a 160 anni esatti dalla nascita della scrittrice e giornalista
partenopea di origini greche. Un lavoro corale, con un ricco apparato
iconografico e documentario, che si avvale delle prefazioni di Gino Nicolais, Alessandro Barbano e Salvatore Maffei, delle introduzioni
dei curatori e dei contributi di studiose e scrittrici come Antonia Arslan, Patricia Bianchi, Antonella
Cilento, Valeria Giannantonio, Donatella
Trotta, del saggista Giuseppe
Scalera del Cnr, delle ricercatrici Gabriella
Liberati, presidente del Cug/Cnr e Giovanna
Acampora del Cug/Cnr (che hanno curato le sezione dei ritratti di donne) e
di due diretti discendenti della coppia Serao-Scarfoglio: Adriana Taglioni Gherardini e Paolo
Scarfoglio.
Progettato
da Donatella Trotta e articolato come un avvincente viaggio alla (ri)scoperta
di un importante periodo di transizione per la storia dell’Italia
post-unitaria, e non solo, il volume restituisce il ritratto nuovo e in parte
inaspettato di una donna, e di una generazione, tra gli anni Settanta dell’Ottocento e i Venti del Novecento
attraverso un mosaico di preziosi
materiali inediti (lettere, cartoline, fotografie) provenienti
dall’Emeroteca-Bilioteca Tucci di Napoli, dalla Bertoliana di Vicenza e da
collezioni private da Napoli, Roma e Parigi, incastonati nei contributi
specialistici, ma scritti in chiave divulgativa, che offrono ai lettori
prospettive insolite sul tema: dagli scritti
pubblicitari, cinematografici, religiosi e di viaggio di Serao accanto all’analisi
delle sue opere più note, ispirazione per molte scritture del presente, e alla prima grande sintesi della sua “militanza”
giornalistica, ripercorsa con
un’ottica e un respiro nazionale non soltanto “al femminile”, nel variegato
panorama della stampa del tempo; dall’impegno delle altre donne dell’epoca, finito per molte
nell’oblio, accanto alle testimonianze
inedite di figure di intellettuali antifascisti come Roberto Bracco nella
temperie della prima guerra mondiale,
sullo sfondo della Napoli della Belle Époque, o di studiosi delle origini della camorra con i suoi
rituali. Fino ad arrivare al ricordo
diretto di una grande famiglia, nelle parole e negli aneddoti della nipote
e del pronipote che custodiscono una memoria storica tuttora illuminante per il
presente.
Un’occasione
insomma, per i lettori, di (ri)conoscenza affettiva ed effettiva, più che un
monumento celebrativo alla grandezza di Matilde Serao a 160 anni dalla sua
nascita. E anche un’opportunità di verifica critica, per le nuove generazioni,
di quanto ancora resti, di lei e del suo tempo, ancora valido. E vivo. Il
volume sarà presentato in anteprima al Salone
del Libro di Torino lunedì 16 maggio e, venerdì 20 maggio alle 16,15,
a Napoli presso
l’Emeroteca-Biblioteca Tucci che per
l’occasione esporrà una mostra su «I giornali e i libri di Edoardo e
Matilde».
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