Proiezione del
film "Socialmente Pericolosi" di Fabio Venditti domani
venerdì mattina, con inizio alle ore 10,30, presso la Sala dell'Istituto di
Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, in Piazza Capranica, 72, messa
cortesemente a disposizione del Presidente del Senato su richiesta dell’On.
Camilla Sgambato (Pd).
Il film,
autobiografico, racconta la storia del rapporto fra il regista Fabio Venditti e
l'ergastolano Mario Savio, che ha portato alla realizzazione del libro "La
mala vita: lettera di un boss della camorra al figlio" (2006, Mondadori).
Moderati da
Marilù Musto, giornalista de Il Mattino, l’introduzione sarà curata dalla
deputata Sgambato, componente della VII Commissione Cultura, Scienza e
Istruzione della Camera, mentre gli interventi saranno dell’avvocato Francesco
Piccirillo e del regista Venditti.
Le conclusioni
saranno affidate a Santi Consolo, Capo del Dipartimento della Polizia
Penitenziaria – DAP, e Raffaele Piccirillo, Capo Dipartimento per gli Affari di
Giustizia.
“Sarà un
momento di confronto vivace e stimolante quello che vivremo domani mattina a
margine della proiezione del film ‘Socialmente pericolosi’, che ho personalmente
voluto che avvenisse in Parlamento, così da aprire una riflessione sugli
aspetti socio-culturali ed educativi della vita, delle azioni e dei
comportamenti assunti dai protagonisti del lavoro del regista Venditti, capace
di mettere in risalto temi e questioni come la giustizia, la carcerazione
preventiva, la funzione rieducativa del carcere ed il trattamento riservato ai
detenuti, anche appartenenti alla malavita organizzata”, dichiara l’On.
Sgambato.
Roma,
09.11.2017
SINOSSI DEL
FILM “SOCIALMENTE PERICOLOSI”
Fabio Valente è un giornalista
della vecchia guardia, sempre alla ricerca di storie da raccontare e di
ingiustizie da denunciare. Ma i tempi sono cambiati. La tv adesso è piatta,
noiosa.
Fabio prende una telecamera e va a girare
per conto suo il servizio nel reparto di Alta Sicurezza del carcere di Sulmona;
cosa che i suoi capi non avrebbero voluto. Lo chiamano "il
carcere dei suicidi" e il giornalista vuole capire perché lì i detenuti si
uccidano. I suoi ottimi rapporti con i dirigenti del Dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria gli consentono di avere accesso a quella
zona off limits per la stampa.
Conosce l'ergastolano Mario Spadoni,
boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli durante la terrificante guerra di camorra
degli anni '80. Si crea un rapporto di fiducia fra i due uomini, tra l'altro
perfettamente coetanei (cinquant'anni). Dopo la prima intervista, che verrà
proiettata nel teatro del carcere qualche giorno dopo, gli incontri continuano.
Dai racconti del boss nasce un libro, che viene pubblicato dalla più importante
casa editrice italiana, la Mondadori. Un rapporto che ormai va avanti da mesi.
Nel frattempo, grazie ai rapporti che
Mario gli crea attraverso i suoi parenti, Fabio fonda l'associazione culturale
'Socialmente Pericolosi' e crea una scuola di tv per i ragazzi dei Quartieri,
di cui sarà Presidente il penalista Avv. Francesco Piccirillo, difensore
"storico" del boss Spadoni. Fabio vuole sfidare l'esclusione sociale
alla quale questi ragazzi, compresi i figli di Mario, sono condannati.
Mario Spadoni si ammala. La diagnosi è quasi
senza speranza: cirrosi epatica (di origine virale) complicata da quattro
carcinomi. Fabio sente suo preciso dovere combattere perché il detenuto abbia
cure adeguate. Si è creata un'amicizia e, ancora di più, il giornalista sente
che si tratta di una importantissima battaglia da affrontare, per una semplice
questione di giustizia.
Passano mesi prima che il boss venga
ricoverato - e riportato in carcere dopo pochi giorni - e la situazione si
aggrava. C'è un solo modo per garantirgli la terapia quotidiana necessaria per
neutralizzare i carcinomi ed entrare in lista per il trapianto di fegato: farlo
uscire dal carcere, portarlo in detenzione domiciliare. È in cura a Roma e
bisogna trovare un indirizzo in città. Fabio offre la sua ospitalità al boss.
Una scelta
così complicata è possibile anche grazie alla storica complicità umana e ideale
e alla forza del rapporto con sua moglie Patrizia. Lei è una dirigente
sindacale, è una donna molto combattiva e dal carattere forte, abituata ad
affrontare il conflitto sociale e le difficoltà. Sa benissimo che questa
battaglia è giusta. Ma mette in guardia il marito per la necessità di
moltiplicare le attenzioni verso la figlia Viola (15 anni). E alla fine
condivide e lo sostiene fino in fondo.
Fabio e Patrizia hanno anche una figlia
più grande (Sara, 23 anni), sposata con Luca. Vive al piano di sotto ed è una
bravissima montatrice. Proprio contando su di lei il giornalista ha fondato la
sua scuola di tv. Che si conquista le attenzioni della Rai (il Tg2 ha un nuovo
direttore molto più dinamico) e li porta a realizzare due reportage (uno in due
puntate) per Tg2 Dossier. Brani di questi lavori, molto emozionanti visto il
vissuto dei giovani 'reporter', saranno montati in alternanza con la parte
recitata, che è comunque assolutamente predominante.
Per rendere ancora più agevole la terapia
a Mario Spadoni, detenuto per condanna all'ergastolo, l'Avv. Piccirillo chiede
ed ottiene per lui, dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, la sospensione
dell'esecuzione della pena. È libero, ma commette l'errore di tornare nei
Quartieri Spagnoli. Parte una soffiata:
"gira armato". Due carabinieri in borghese lo affiancano in moto ed
estraggono le loro armi. Mario si spaventa e scappa. Viene raggiunto, picchiato
e arrestato. Per violenza, resistenza a pubblico ufficiale e porto e detenzione
abusiva, nonostante l'arma non sia stata rinvenuta. Fabio crede nell'innocenza
di Mario. Dopo tre giorni, mentre è rinchiuso a Poggioreale, arriva la chiamata
per il trapianto. Dopo il successo della terapia, il paziente era entrato in
lista. Deve insistere con forza e con tutte le autorità possibili, ma alla fine
la direzione sanitaria dell'ospedale Gemelli riesce a farsi portare a Roma il
paziente da Napoli, naturalmente sotto scorta. All'alba il trapianto comincia e
riesce perfettamente.
Sembra quasi un miracolo: Mario, che poco
tempo prima sembrava sul punto di morire dopo essere entrato in coma epatico, è
in via di guarigione, ma deve rientrare in carcere, perchè a causa dell'accusa
di aver portato un arma in "luogo pubblico" il Tribunale di Roma gli
revoca il beneficio della sospensione dell'esecuzione della pena. L'avvocato
ottiene nuovamente la scarcerazione del boss, ma viene riarrestato da lì a
poco: estorsione; reato commesso mentre girava per i Quartieri col pretesto di
collaborare alle finalità dell'Associazione. Fabio si sente tradito e usato, ma
ha comunque la soddisfazione di essere riuscito a tenere insieme quel gruppo di
ragazzi di strada. Fino al momento in cui la Rai propone all'associazione
questo film.
I ragazzi perdono la testa. Non sono
abituati a gestire un successo. Ricattano, pretendono molti soldi, sono
convinti di essere diventati un tesoro. Nuova delusione per Fabio, che rompe
con loro. Non con tutti, però. Qualcuno ce la farà.
Mario Spadoni,
invece, ce l'ha fatta nella battaglia per la sopravvivenza ma non in quella
dell'ingresso in società come educatore alla legalità. Viene condannato a sei
anni per l'estorsione per la quale è stato arrestato in ospedale.
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