venerdì 22 febbraio 2013

Chiusura campagna elettorale

Bonifiche, amministrazione trasparente, nuove leggi sugli appalti e sulla corruzione, roghi tossici. Questi gli argomenti principali che hanno caratterizzato la campagna elettorale della giornalista Rosaria Capacchione, candidata al Senato del Partito Democratico. “Messa a sistema”: una parola d’ordine portata in tutti i suoi incontri nelle varie province della Campania. Partendo dall’adesione alla proposta della Cgil per il riutilizzo delle aziende confiscate alle mafie dove si è impegnata a portare nel prossimo Parlamento questa proposta di legge per “far sì che il riutilizzo crei e produca lavoro”. Tutto questo può avvenire attraverso un riordino dell’agenzia per i beni confiscati, secondo la giornalista, ipotizzando anche una modifica dell’articolo 41 della Costituzione introducendo, lì dove parla della promozione di attività economiche e sociali, un piccolo principio: ‘Lo Stato si impegna a promuovere attività di volontariato e produttive su beni sequestrati e confiscati’. Consapevole dei danni creati dai clan sul territorio, la capolista al Senato, ha posto come primo obiettivo la questione delle bonifiche. Una serie di interventi mirati, “un sistema virtuoso”, così come lo ha definito la Capacchione, partendo dai terreni mediamente compromessi a quelli gravemente compromessi. Restituire ai terreni la loro vocazione agroalimentare e turistica. Dove non è possibile, invece, si deve evitare in ogni modo che vengano nuovamente utilizzati per gli sversamenti illeciti. Ma la giornalista ha lanciato un allarme: “La camorra sta mettendo le mani su importanti brevetti detenuti da imprese del Nord specializzate nelle bonifiche”. Come frenare, dunque, le imprese mafiose? “Sono necessarie due cose: il rigoroso controllo sulle società e la creazione di una white list, già esistente, tra l’altro” ha spiegato la candidata durante la conferenza stampa di presentazione del “Nuovo modello Caserta per un’antimafia concreta”, insieme a Camilla Sgambato, candidata alla Camera. Un pacchetto di norme per un’antimafia concreta contenute in un documento di facile attuabilità, ma che possono andare nella direzione di un circuito virtuoso per la ripresa dell’economia del territorio. Altra problematica a cuore della capolista al Senato è stata la riorganizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, ovvero l’introduzione del decreto legislativo n.155 del 7/9/12 che ha considerato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere sub-provinciale e, quindi, in astratto sopprimibile. A tal proposito, la Capacchione, insieme alla Sgambato e a Stefano Graziano, si sono impegnati, nei confronti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sammaritani ad intraprendere, una volta in Parlamento, tutte le necessarie iniziative finalizzate ad emanare una modifica del decreto.
 
 
Fonte:comunicato stampa

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