Bonifiche, amministrazione
trasparente, nuove leggi sugli appalti e sulla corruzione, roghi tossici. Questi
gli argomenti principali che hanno caratterizzato la campagna elettorale della
giornalista Rosaria Capacchione, candidata al Senato del Partito Democratico.
“Messa a sistema”: una parola d’ordine portata in tutti i suoi incontri nelle
varie province della Campania. Partendo dall’adesione alla proposta della Cgil
per il riutilizzo delle aziende confiscate alle mafie dove si è impegnata a
portare nel prossimo Parlamento questa proposta di legge per “far sì che il
riutilizzo crei e produca lavoro”. Tutto questo può avvenire attraverso un
riordino dell’agenzia per i beni confiscati, secondo la giornalista, ipotizzando
anche una modifica dell’articolo 41 della Costituzione introducendo, lì dove
parla della promozione di attività economiche e sociali, un piccolo principio:
‘Lo Stato si impegna a promuovere attività di volontariato e produttive su beni
sequestrati e confiscati’. Consapevole dei danni creati dai clan sul territorio,
la capolista al Senato, ha posto come primo obiettivo la questione delle
bonifiche. Una serie di interventi mirati, “un sistema virtuoso”, così come lo
ha definito la Capacchione, partendo dai terreni mediamente compromessi a quelli
gravemente compromessi. Restituire ai terreni la loro vocazione agroalimentare e
turistica. Dove non è possibile, invece, si deve evitare in ogni modo che
vengano nuovamente utilizzati per gli sversamenti illeciti. Ma la giornalista ha
lanciato un allarme: “La camorra sta mettendo le mani su importanti brevetti
detenuti da imprese del Nord specializzate nelle bonifiche”. Come frenare,
dunque, le imprese mafiose? “Sono
necessarie due cose: il rigoroso controllo sulle società e la creazione di una
white list, già esistente, tra l’altro” ha spiegato la candidata durante la
conferenza stampa di presentazione del “Nuovo modello Caserta per un’antimafia
concreta”, insieme a Camilla Sgambato, candidata alla Camera. Un pacchetto di
norme per un’antimafia concreta contenute in un documento di facile attuabilità,
ma che possono andare nella direzione di un circuito virtuoso per la ripresa
dell’economia del territorio. Altra problematica a cuore della capolista al
Senato è stata la riorganizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del
pubblico ministero, ovvero l’introduzione del decreto legislativo n.155 del
7/9/12 che ha considerato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
sub-provinciale e, quindi, in astratto sopprimibile. A tal proposito, la
Capacchione, insieme alla Sgambato e a Stefano Graziano, si sono impegnati, nei
confronti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sammaritani ad intraprendere,
una volta in Parlamento, tutte le necessarie iniziative finalizzate ad emanare
una modifica del decreto.
Fonte:comunicato stampa
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