lunedì 8 aprile 2013
MONS. SPINILLO: IL DOLORE PER UNA GIOVANE VITA STRONCATA
La terribile notizia di
quanto è accaduto questa notte nella nostra città di Aversa.
Con il grande dolore per
una vita stroncata e per una vita che ne rimarrà irrimediabilmente segnata,
portiamo nel cuore tanto dolore e tanto desiderio di piegare il nostro animo
sul cuore di chi è stato privato della vita, e, allo stesso modo, sul cuore di
chi lo ha colpito.
L’uccisione di un giovane,
di un ragazzo per mano di un altro, giovane come lui, è un fatto terribile per
la morte che priva un uomo della sua vita, e per l’assurdità di una lotta tra
uomini che si contrappongono nello stesso desiderio di vivere.
L’uccisione di un giovane,
di un ragazzo per mano di un altro, giovane come lui, è una grave sconfitta
dell’umanità e ci coinvolge tutti. In questa morte sperimentiamo la nostra
incapacità a superare le vecchie logiche dell’imposizione della supremazia di
un uomo su un altro uomo; sperimentiamo di essere ancora come coloro che
continuano ad immaginare di poter affermare una propria forza nello scavalcare
o nell’annullare l’altro, chiunque esso sia.
Tanti, giustamente si
interrogano e si chiedono cosa si possa fare per evitare simili tragedie, per
evitare l’inutile sviluppo di violenze che privano i nostri giovani e l’intera
società della possibilità di vivere, di conoscere, di capire, di amare la vita,
di offrire le proprie capacità ed i talenti per lo sviluppo del bene, per la
gioia di partecipare positivamente al cammino della storia dell’umanità. Come
Chiesa diocesana di Aversa vogliamo riprendere, con sincera disponibilità, la
parola di Gesù che, nel Vangelo di Matteo (5,22), ci dice che non solo è
meritevole di condanna chi uccide il proprio fratello, ma anche chi “si adira”
contro di lui e gli dice “stupido” o “pazzo”. Gesù esorta noi, suoi discepoli,
a non rifiutare mai di ascoltare l’uomo che parla, a non voler mai tentare di
mettere a tacere con atteggiamenti violenti l’altro nella sua ricerca di vita.
La violenza che arriva
all’omicidio è sempre il risultato di un modo di pensare e di esprimersi
negando spazi e tempi di vita all’altro uomo. Ecco cosa dobbiamo fare. Come
uomini, come cristiani dobbiamo impegnarci a non far crescere atteggiamenti di
violenza e di dominio sull’altro uomo, piuttosto vogliamo vivere atteggiamenti
di dialogo tra uomini per saper condividere la ricchezza e la bellezza della vita
che Dio ha creato e ha donato a tutti noi.
Come Chiesa di questa
nostra terra aversana siamo addolorati, in preghiera per il ragazzo ucciso, che
sentiamo nostro figlio e nostro fratello; siamo addolorati, in preghiera per il
giovane che ne è stato omicida, e lo sentiamo ugualmente nostro figlio e nostro
fratello. Siamo vicini a tutti i giovani di questa terra, nostri figli e nostri
fratelli, per impegnarci con loro a vivere atteggiamenti nuovi di attenzione e
di condivisione del bene più grande che è la vita.
+ Angelo Spinillo
Vescovo.
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