lunedì 30 giugno 2014

NAPOLI, Calaiò: "Genoa, mi hai deluso. In Brasile avrei portato Toni o Gilardino. Catania? Potrei fare anche 20 gol con la numero 11..."

ESCLUSIVA- NAPOLI, Calaiò: "Genoa, mi hai deluso. In Brasile avrei portato Toni o Gilardino. Catania? Potrei fare anche 20 gol con la numero 11..."


L’attaccante Emanuele Calaiò (32) chiusa l’esperienza al Genoa, è tornato a Napoli club proprietario del cartellino. La settimana appena iniziata potrebbe essere quella decisiva per il trasferimento al Catania che, come ha rivelato il presidente rossazzurro Antonino Pulvirenti, è molto interessato al bomber ex Siena. Calaiò, che domani sbarcherà a Napoli dopo una settimana di vacanza sulla Msc crociere, ha parlato ai microfoni di Itasportpress.it delle sue prospettive future. “Le prossime ore sicuramente saranno decisive per il mio futuro. Mi ha cercato Sannino che ho avuto a Siena e che attualmente allena il Watford ma l’operazione è saltata. Mi sarebbe piaciuto fare una esperienza all’estero ma il club inglese non ha raggiunto l’accordo con il Napoli avendo scelto la formula del prestito. Vedremo col Catania come finirà la trattativa ma cerco un progetto importante visto che ho 32 anni e l’eventuale avventura in maglia rossazzurra mi stuzzica parecchio visto che voglio fare, prima di smettere, due o tre anni alla grande. In B ho vinto tre campionati con Napoli, Siena e Torino e le statistiche sono dalla mia parte visto che i gol li ho sempre fatti. Nel torneo cadetto ho segnato più di 100 gol e se sto bene fisicamente posso fare anche 20 gol. In coppia con Rosina? Ho sentito Alessandro e mi ha detto che sarebbe entusiasta di giocare con me a Catania”.
Il Genoa non ti ha riscattato. Ci sei rimasto male?
“Certo mi dispiace come sono andate le cose. Mi sono trovato bene in Liguria e nonostante il poco spazio avuto, ho segnato tre gol facendo anche bella figura. Adesso voglio ritornare a essere importante e Catania potrebbe consentirmi di riscattarmi”.
Dal Napoli ti aspettavi più riconoscenza?
“In maglia azzurra ci sono stato bene vincendo due campionati. Non mi aspettavo adesso una conferma magari sarebbe stato più giusto prima quando a 26 anni potevo essere maturo per la Serie A. Purtroppo Reja la vedeva diversamente e preferiva una punta centrale alta per il suo 3-5-2. I numeri però dopo mi hanno premiato anche se lontano da Napoli. A Siena mi sono trovato alla grande e forse ci andrò anche a vivere. La mia carriera è dignitosa anche se non ho indossato la maglia del Napoli in A”.
A quale allenatore ti senti più legato e da chi hai appreso di più
“In primis il mio allenatore della Primavera Camolese che mi ha portato in prima squadra in B. Mi sono trovato con Sannino che mi ha trasmesso la sua determinazione a Siena. Giampaolo tatticamente bravissimo ma anche da Cosmi ho appreso tanto”.
Una curiosità che piace sempre ai tifosi: il tuo numero di maglia a Genoa è stato diverso dalla precedenti squadre. Perché?
“E’ vero ho sempre avuto la numero 11 ma al Genoa era sulle spalle di Gilardino ed ho ripiegato optando per la 16. A Catania se andrò, spero sia libera la 11 perché quel numero mi porta bene”.
Mi dispiace Emanuele ma l’indossa già Sebastian Leto.
"Magari me la cederà…"
Emanuele chiudiamo con l’Italia che al Mondiale ha palesato gravi carenze offensive con giovani che hanno deluso. Avresti portato uno esperto come Toni?
“Sicuramente una punta centrale come Toni o il mio ex compagno di squadra Gilardino l’avrei portato in Brasile. Nel match con l’Uruguay quando eravamo in 10 uomini sullo 0-0 e i sudamericani spingevano, anziché fare entrare Cassano sarebbe stato più giusto avere un bomber che teneva la palla e faceva da sponda per i centrocampisti. Il calcio italiano è in crisi perché non sono stati spesi bene i soldi. Rose numerose e giocatori stranieri che hanno dato poco e che hanno tolto spazio agli italiani. Bisogna cambiare rotta”

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