Gli agricoltori non ne possono più di vedere distrutti i frutti del loro lavoro, l’eccessiva proliferazione dei cinghiali sta creando danni al mondo agricolo e gli addetti del settore chiedono una serie di interventi. Ha risposto al loro appello l’assessore provinciale all’Agricoltura Stefano Giaquinto partecipando martedì sera, presso il comune di Pietravairano, ad un incontro promosso dal sindaco e dall’assessore al ramo Raffaele Bassi (preso atto della Delibera di Giunta Regionale n. 519 del 9/12/2013 che delega alla Provincia e agli ATC, Ambiti Ottimali di Caccia per l’applicazione della normativa). Oggetto dell’incontro: l’annoso problema del proliferare eccessivo e incontrollato dei cinghiali che “ha raggiunto – è stato detto – dimensioni insostenibili”. Tanti, troppi, gli coltivatori e le aziende vittime di notevoli perdite alle produzioni agricole, forestali e zootecniche, un fenomeno divenuto così grave da scoraggiare e frustrare una categoria che, tormentata, sarebbe pronta ad abbandonare in loro terreni e le relative coltivazioni. Gli agricoltori, esasperati, chiedono “interventi immediati e ritengono l’unica soluzione al problema: gli abbattimenti”. L’assessore provinciale Giaquinto, delegato della giunta retta dal presidente Domenico Zinzi, ha fatto cenno ad una direttiva regionale che “è stata emanata e prevede i criteri per la prevenzione ed il contenimento dei danni da cinghiale, una direttiva che stabilisce i principali obbiettivi da perseguire ovvero: riduzione dello squilibrio ecologico venutosi a creare; Riduzione dei danni alle colture agricole dalle attività zootecniche; riduzione dei sinistri stradali conseguenti agli impatti con autovetture”. “Le modalità di intervento – aggiunge Giaquinto – sono colture a Perdere, recinzioni, foraggiamento dissuasivo, ultima ipotesi interventi selettivi di cattura e/o di abbattimento”. Un’attenzione mostrata dall’assessore provinciale che gli agricoltori hanno apprezzato, agricoltori che amplificano la loro richiesta di aiuto alla Regione Campania sperando di non dover rinunciare alla loro vita di sempre e alle loro uniche fonti di reddito, le colture e i terreni.
Fonte: comunicato stampa
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