LA NOTIZIA DEL GIORNO
Allarme per le dighe sulla faglia sismica. Ma Enel rassicura
Quinto giorno di ricerche fra neve e detriti. I soccorritori: "C'è ancora qualche speranza". Ma le condizioni meteo preoccupano. Aperta un'indagine sulla mail del gestore e la telefonata presa per uno scherzo. Bacino Campotosto sorvegliato speciale: la diga è costruita su una faglia, dopo le scosse si teme "effetto Vajont". L'azienda elettrica: "Nessun danno"
La Provincia di Pescara alle 7 del 18 gennaio sapeva che Rigopiano era isolata, che un semplice spazzaneve non sarebbe potuto arrivare, e che per raggiungere la struttura sarebbe servita una turbina. Mentre i soccorritori sono al lavoro per il quinto giorno consecutivo, nella speranza di ritrovare ancora vivo almeno uno dei 23 dispersi, è polemica per l'allarme che sarebbe stato ignorato dalle autorità competenti.
Sei vittime, undici persone salvate
Dalle prime autopsie, eseguite dai dottori Ildo Polidoro e Cristian D'Ovidio (l'anatomopatologo del caso Morosini, il calciatore del Livorno morto sul campo a Pescara), emerge che due delle sei persone che hanno perso la vita all'hotel Rigopiano sono state uccise dai traumi e dal freddo. Dai sopravvissuti, intanto, emergono nuovi particolarità sulla valanga che ha travolto la struttura: sull'hotel, secondo i carabinieri, sono arrivate circa 120mila tonnellate di neve.
Richiesta d’aiuto anche via mail
Il 18 gennaio, dopo il succedersi di scosse sismiche e di intense nevicate, l'amministratore unico dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, ha mandato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola, segnalando che "la situazione" stava diventando "preoccupante" e chiedeva di "predisporre un intervento". "I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto - scriveva il direttore - Non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro".
I soccorritori lavorano in condizioni estreme
I soccorritori, a 1.200 metri d'altezza, stanno lavorando in condizioni estreme: la pioggia mista a neve ha reso ancora più pesante l'ammasso che ha sommerso l'hotel ed il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque. Ma le operazioni di soccorso con decine di uomini proseguono senza sosta notte e giorno, nonostante la pioggia che anche stamani continua a cadere sulla zona. "Chi lavora in quelle condizioni - ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio - lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c'è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari". La pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull'hotel, ha calcolato Meteomont, ha pesato 120.000 tonnellate: come "4.000 tir a pieno carico".
Gentiloni: "Poteri straordinari a Errani"
"È un'emergenza seria" con la "concatenazione micidiale tra una nevicata che non si vedeva da 45 anni e tre scosse di magnitudo molto alta. Non diamo l'idea che questo livello di emergenza sia normale, è stato un livello straordinario". A dirlo il premier Paolo Gentiloni. che ha voluto ringraziare le oltre 8mila persone che hanno lavorato in alcuni casi in condizioni davvero difficili. Un lavoro straordinario di cui penso dobbiamo essere orgogliosi". Gentiloni ha poi voluto gettare abbassare la tensione, invitando "a fare attenzione a scatenare nel Paese una voglia di trovare capri espiatori e giustizieri". Il premier ha poi aggiunto che "dobbiamo dare poteri straordinari, a chi si occupa di emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione" Vasco Errani.
Allarme dighe
Ora si evoca 'l'effetto Vajont' per la diga di Campotosto in Abruzzo, che si trova su una faglia sismica riattivata dalle recenti scosse. A parlare un esperto in materia, il presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci. Ma per l'Enel, che gestisce l'infrastruttura, la diga "è sicura". Il ministro Graziano Delrio tuttavia vuole vederci chiaro ed ha convocato per domani mattina una riunione sulle grandi dighe del Centro Italia. E nei territori si scatena il panico. Il sindaco di Leonessa (Rieti) ha disposto la chiusura "sine die" delle scuole, in seguito agli scenari ipotizzati dalla Commissione. La Grandi Rischi, riunita due giorni fa in seguito al terremoto dello scorso 18 gennaio ha messo in guardia sulla siituazione delle dighe "nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe (Sella Pedicate, Rio Fucino e Poggio Cancelli), una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è 'l'effetto Vajont'". Un richiamo che fa paura.
Enel: "Nessun danno alla diga di Campotosto"
Successivamente Bertolucci ha però precisato che "non c'è un pericolo imminente di un 'effetto Vajont'. Da tempo - ha informato - la diga di Campotosto viene studiata dalla Protezione Civile in collaborazione con l'Enel e con tutti gli organismi deputati". Quanto al rischio legato all'eventuale caduta di materiali nel lago in caso di terremoto, Bertolucci ha rilevato che "non si configura la possibilità di avere onde che possano superare i dieci metri". L'Enel è intervenuta con una nota per rassicurare: "a seguito dei recenti eventi sismici non si rileva alcun danno alla diga di Campotosto", ma "alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni si è comunque deciso, come misura cautelare, estrema, di procedere ad una ulteriore progressiva riduzione del bacino", che ha il 40% del volume invasato.
Dalle prime autopsie, eseguite dai dottori Ildo Polidoro e Cristian D'Ovidio (l'anatomopatologo del caso Morosini, il calciatore del Livorno morto sul campo a Pescara), emerge che due delle sei persone che hanno perso la vita all'hotel Rigopiano sono state uccise dai traumi e dal freddo. Dai sopravvissuti, intanto, emergono nuovi particolarità sulla valanga che ha travolto la struttura: sull'hotel, secondo i carabinieri, sono arrivate circa 120mila tonnellate di neve.
Il 18 gennaio, dopo il succedersi di scosse sismiche e di intense nevicate, l'amministratore unico dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, ha mandato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola, segnalando che "la situazione" stava diventando "preoccupante" e chiedeva di "predisporre un intervento". "I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto - scriveva il direttore - Non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro".
I soccorritori, a 1.200 metri d'altezza, stanno lavorando in condizioni estreme: la pioggia mista a neve ha reso ancora più pesante l'ammasso che ha sommerso l'hotel ed il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque. Ma le operazioni di soccorso con decine di uomini proseguono senza sosta notte e giorno, nonostante la pioggia che anche stamani continua a cadere sulla zona. "Chi lavora in quelle condizioni - ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio - lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c'è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari". La pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull'hotel, ha calcolato Meteomont, ha pesato 120.000 tonnellate: come "4.000 tir a pieno carico".
"È un'emergenza seria" con la "concatenazione micidiale tra una nevicata che non si vedeva da 45 anni e tre scosse di magnitudo molto alta. Non diamo l'idea che questo livello di emergenza sia normale, è stato un livello straordinario". A dirlo il premier Paolo Gentiloni. che ha voluto ringraziare le oltre 8mila persone che hanno lavorato in alcuni casi in condizioni davvero difficili. Un lavoro straordinario di cui penso dobbiamo essere orgogliosi". Gentiloni ha poi voluto gettare abbassare la tensione, invitando "a fare attenzione a scatenare nel Paese una voglia di trovare capri espiatori e giustizieri". Il premier ha poi aggiunto che "dobbiamo dare poteri straordinari, a chi si occupa di emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione" Vasco Errani.
Ora si evoca 'l'effetto Vajont' per la diga di Campotosto in Abruzzo, che si trova su una faglia sismica riattivata dalle recenti scosse. A parlare un esperto in materia, il presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci. Ma per l'Enel, che gestisce l'infrastruttura, la diga "è sicura". Il ministro Graziano Delrio tuttavia vuole vederci chiaro ed ha convocato per domani mattina una riunione sulle grandi dighe del Centro Italia. E nei territori si scatena il panico. Il sindaco di Leonessa (Rieti) ha disposto la chiusura "sine die" delle scuole, in seguito agli scenari ipotizzati dalla Commissione. La Grandi Rischi, riunita due giorni fa in seguito al terremoto dello scorso 18 gennaio ha messo in guardia sulla siituazione delle dighe "nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe (Sella Pedicate, Rio Fucino e Poggio Cancelli), una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è 'l'effetto Vajont'". Un richiamo che fa paura.
Successivamente Bertolucci ha però precisato che "non c'è un pericolo imminente di un 'effetto Vajont'. Da tempo - ha informato - la diga di Campotosto viene studiata dalla Protezione Civile in collaborazione con l'Enel e con tutti gli organismi deputati". Quanto al rischio legato all'eventuale caduta di materiali nel lago in caso di terremoto, Bertolucci ha rilevato che "non si configura la possibilità di avere onde che possano superare i dieci metri". L'Enel è intervenuta con una nota per rassicurare: "a seguito dei recenti eventi sismici non si rileva alcun danno alla diga di Campotosto", ma "alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni si è comunque deciso, come misura cautelare, estrema, di procedere ad una ulteriore progressiva riduzione del bacino", che ha il 40% del volume invasato.
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