Processi, enigmi, retroscena, orrori e
verità. Un viaggio in “Terra di Lavoro” attraverso la morte la passione, la
vendetta e l’odio.
Il
libro del giornalista Ferdinando Terlizzi è il compendio di circa 70 racconti
di altrettanti delitti con i relativi processi quasi tutti accaduti in
provincia di Caserta ad eccezione di alcuni che hanno coinvolto casertani fuori
della nostra provincia. Episodi raccapriccianti, con moventi incredibili e quasi irreali come
l’assassinio di Enrico Gallozzi e il suo fattore. Ve ne sono
alcuni addirittura mostruosi.
Vale per tutti quello della fanciulla che uccise la nonna su istigazione
del padre e che una volta condannata si suicidò lanciandosi dalle trombe del
carcere di Pozzuoli. Oppure il
parricidio di un operaio che uccise un “padre-padrone” con sette martellate e i
cittadini di Marcianise fecero una colletta per la sua difesa. Sarà curioso e
intrigante leggere la storia di quella ragazza che accusando ingiustamente il padre
di incesto – per nascondere la sua condizione di essere stata sedotta dal
fidanzato - decise di ucciderlo con il
veleno che invece uccise la nonna. Può paragonarsi invece, ad una novella di
Boccaccio, il fratricidio di un
sacerdote il quale - dopo aver sedotto due sorelle - (di cui una minorenne) obbligò un fratello a
sposarla. E ancora quello di un uomo che
la sera dell’ultimo dell’anno fece entrare la sua amante in casa e mentre
questa teneva per i piedi la moglie (incinta per un quarto figlio) lui la strangolò mentre i tre figli dormivano
nel letto accanto. Unico testimone il presepe allestito nella povera stanza. Particolare
anche la vicenda di un contadino dell’agro aversano il quale avvelenò la moglie, il suo
figlioletto di pochi anni e uccise il fidanzato della cognata, più giovane della moglie, perché voleva
sposarsela. Drammatica è anche la vicenda di quel marinaio di Marzano Appio che
fracassò il cranio al comandante della nave, (era uno della nobile famiglia Doria di Genova), per rubare dalla cassaforte 5 milioni. Fu
condannato all’ergastolo. Triste e dolorosa la tremenda vendetta di una
maestrina di Sant’ Andrea del Pizzone che per uccidere il suo seduttore (che
era già sposato, era di Capua ed aveva un figlio piccolo) sparò
il giorno della festa paesana tra la folla e uccise anche altri due
innocenti e ne ferì alcuni. Poi alcuni
racconti sono dedicati ai cosiddetti “mass-murderer”, ai serial killer: Carlo
Panfilla, che uccise sette persone perché l’avevano “guardato storto”; all’agente
di custodia Domenico Cavasso, che fece una strage all’Ipoteca per la sua
eredità, uccidendo 4 familiari e tre impiegati e l’eccidio di Salvatore
Capoluongo, che uccise 5 persone compreso il fratello per una donna contesa. E
per finire, quello più spregevole e ributtante: Il pizzaiolo di Castelvolturno che della madre dei suoi figli ne fece una
pizza e fu condannato soltanto a 25
anni. E tanti altri delitti di “prossimità” con i moventi più singolari e
paradossali.
“Delitti
in bianco & nero a Caserta” Processi, enigmi, retroscena, orrori e verità.
Un viaggio in “Terra di Lavoro” attraverso la morte la passione, la vendetta e
l’odio.
Nessun commento:
Posta un commento