martedì 9 maggio 2017

LA NOTIZIA DEL GIOR


LA NOTIZIA DEL GIORNO

Sala gli consegna le chiavi della città: "Ha cambiato la storia"

Seconda giornata milanese per l’ex presidente Usa. Il discorso al Seeds&Chips, summit mondiale innovazione alimentare: “Mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione”. E lancia un monito al mondo sull’ambiente. In mattinata con Franceschini per vedere il capolavoro di Leonardo. La promessa: “Michelle e io torneremo spesso in Italia”

Obama come una rockstar. Ieri l’arrivo in una Milano semiblindata, protetto dalle scorte che hanno allontanato la folla in visibilio. Una giornata terminata con una cena a Palazzo Clerici con imprenditori e un ristretto numero di invitati. Oggi arriva la seconda giornata milanese per l’ex presidente Usa. Gli impegni sono iniziati con la visita al Cenacolo di Leonardo da Vinci, insieme al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini («Straordinario, Leonardo è un genio», la sua reazione). «È stata una visita appagante per come Obama ha dimostrato di conoscere il nostro patrimonio - ha riferito ai giornalisti direttore del Polo Museale Lombardo, Stefano L'Occaso - Si è informato in particolare sullo stato e sulle tecniche di conservazione dell'affresco ed è rimasto entusiasta di questo luogo».
"La mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione"
Dopo le visite a Duomo e Pinacoteca di ieri e quella al Cenacolo di questa mattina, l’ex presidente ha fatto tappa in Fiera per tenere uno speech dedicato alla food innovation Seeds&Chips, il summit mondiale dell'innovazione alimentare che si svolge alla fiera di Rho nell’ambito di Tuttofood. «L’uomo ha causato danni al pianeta e ora deve risolverli. A Parigi, con Matteo Renzi, abbiamo aiutato a portare il mondo a un accordo molto significativo sul clima», ha ricordato l'ex presidente degli Stati Uniti. «Il cambiamento climatico incide sull'alimentazione - ha sottolineato - e complica la produzione di cibo. E la mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione». Poi un passaggio che è suonato come un avvertimento all’attuale presidente Donald Trump: «Dobbiamo ridurre carestia e malnutrizione, dobbiamo invertire la direzione in cui ci portano i cambiamenti climatici, dobbiamo lavorare per un mondo più sostenibile».
Una rete di attivisti globali
Al centro del suo discorso non potevano mancare un passaggio su giovani e innovazione. Obama ha spiegato, infatti, che il suo impegno dopo aver lasciato la Casa Bianca è quello di «formare la prossima generazione di leader» nel mondo spiegando che per questo ha discusso anche con Matteo Renzi per «creare una rete efficiente di attivisti globali». In apertura Obama ha assicurato poi che lui e la moglie Michelle torneranno spesso in Italia. Obama ha riservato anche un elogio agli italiani emigrati in America: «Gli Stati Uniti - ha detto - non sarebbero quello che sono senza il contributo di generazioni di migranti italiani, che hanno anche dovuto subire discriminazioni, ma che con fede, convinzione e lavoro duro hanno avuto successo dappertutto e hanno rafforzato gli Stati Uniti». In seguito, il 44esimo presidente americano dopo l'introduzione al suo discorso ha tenuto un botta e risposta con Sam Kass, il suo chef alla Casa Bianca, suo consigliere per la nutrizione e direttore del programma Let's Move della first lady. «Quando le cose non vanno c'è la tendenza a dare la colpa ai politici, ma io dico che la gente ha i politici che si merita», ha detto Obama che poi ha confessato: «Quando si è alla Casa Bianca, per motivi di sicurezza si vive nella bolla, una prigione, una bella prigione» da cui non si può evadere per «andare a fare una passeggiata o prendere un caffè. Questo non mi manca. Adesso posso andare dappertutto ma vengo bloccato dai selfie».

Le chiavi della città, Sala: “Ha cambiato la storia, un onore per me”
Intanto, sempre alla fiera di Rho, poco prima del suo discorso al padiglione di Seeds&Chips, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha voluto consegnargli le chiavi della città. La consegna dei sigilli della città è avvenuta nel corso di un incontro a porte chiuse con l'ex numero uno della Casa Bianca, a cui hanno partecipato, oltre al sindaco Sala, rappresentanti delle istituzioni e dell'imprenditoria. «Le chiavi della città a Barack Obama, un uomo che ha cambiato la storia. Un onore per me e per tutta Milano», ha scritto il sindaco della città su Facebook.
Il saluto a Milano e il focus su terrorismo e tecnologia
«Grazie Milano»: così l'ex presidente Usa, Barack Obama, ha chiuso il suo intervento alla fiera 'Seeds and chips' . L'ex presidente è stato a sua volta salutato con una standing ovation da tutto il pubblico presente. Numerosi e ampi i temi toccati: oltre a clima e giovani, anche la guerra al terrorismo e l'impatto della tecnologia nell'industria: «Se molti giovani sono disoccupati canalizzeranno in modo malsano le loro energie» ha aggiunto. La tecnologia nel mondo «sta creando in molti settori dell'economia alta intensità di capitale e meno richiesta di mano d'opera, e tutto questo diventerà un problema nel mondo avanzato. È una delle cose che mi preoccupa di più: sono certo che in molti Paesi del Medio Oriente e del sud dell'Asia questo è parte del problema che fomenta la radicalizzazione e il terrorismo»

Sala gli consegna le chiavi della città: "Ha cambiato la storia"

Seconda giornata milanese per l’ex presidente Usa. Il discorso al Seeds&Chips, summit mondiale innovazione alimentare: “Mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione”. E lancia un monito al mondo sull’ambiente. In mattinata con Franceschini per vedere il capolavoro di Leonardo. La promessa: “Michelle e io torneremo spesso in Italia”

Obama come una rockstar. Ieri l’arrivo in una Milano semiblindata, protetto dalle scorte che hanno allontanato la folla in visibilio. Una giornata terminata con una cena a Palazzo Clerici con imprenditori e un ristretto numero di invitati. Oggi arriva la seconda giornata milanese per l’ex presidente Usa. Gli impegni sono iniziati con la visita al Cenacolo di Leonardo da Vinci, insieme al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini («Straordinario, Leonardo è un genio», la sua reazione). «È stata una visita appagante per come Obama ha dimostrato di conoscere il nostro patrimonio - ha riferito ai giornalisti direttore del Polo Museale Lombardo, Stefano L'Occaso - Si è informato in particolare sullo stato e sulle tecniche di conservazione dell'affresco ed è rimasto entusiasta di questo luogo».
"La mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione"
Dopo le visite a Duomo e Pinacoteca di ieri e quella al Cenacolo di questa mattina, l’ex presidente ha fatto tappa in Fiera per tenere uno speech dedicato alla food innovation Seeds&Chips, il summit mondiale dell'innovazione alimentare che si svolge alla fiera di Rho nell’ambito di Tuttofood. «L’uomo ha causato danni al pianeta e ora deve risolverli. A Parigi, con Matteo Renzi, abbiamo aiutato a portare il mondo a un accordo molto significativo sul clima», ha ricordato l'ex presidente degli Stati Uniti. «Il cambiamento climatico incide sull'alimentazione - ha sottolineato - e complica la produzione di cibo. E la mancanza di cibo è una delle cause dell’immigrazione». Poi un passaggio che è suonato come un avvertimento all’attuale presidente Donald Trump: «Dobbiamo ridurre carestia e malnutrizione, dobbiamo invertire la direzione in cui ci portano i cambiamenti climatici, dobbiamo lavorare per un mondo più sostenibile».
Una rete di attivisti globali
Al centro del suo discorso non potevano mancare un passaggio su giovani e innovazione. Obama ha spiegato, infatti, che il suo impegno dopo aver lasciato la Casa Bianca è quello di «formare la prossima generazione di leader» nel mondo spiegando che per questo ha discusso anche con Matteo Renzi per «creare una rete efficiente di attivisti globali». In apertura Obama ha assicurato poi che lui e la moglie Michelle torneranno spesso in Italia. Obama ha riservato anche un elogio agli italiani emigrati in America: «Gli Stati Uniti - ha detto - non sarebbero quello che sono senza il contributo di generazioni di migranti italiani, che hanno anche dovuto subire discriminazioni, ma che con fede, convinzione e lavoro duro hanno avuto successo dappertutto e hanno rafforzato gli Stati Uniti». In seguito, il 44esimo presidente americano dopo l'introduzione al suo discorso ha tenuto un botta e risposta con Sam Kass, il suo chef alla Casa Bianca, suo consigliere per la nutrizione e direttore del programma Let's Move della first lady. «Quando le cose non vanno c'è la tendenza a dare la colpa ai politici, ma io dico che la gente ha i politici che si merita», ha detto Obama che poi ha confessato: «Quando si è alla Casa Bianca, per motivi di sicurezza si vive nella bolla, una prigione, una bella prigione» da cui non si può evadere per «andare a fare una passeggiata o prendere un caffè. Questo non mi manca. Adesso posso andare dappertutto ma vengo bloccato dai selfie».

Le chiavi della città, Sala: “Ha cambiato la storia, un onore per me”
Intanto, sempre alla fiera di Rho, poco prima del suo discorso al padiglione di Seeds&Chips, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha voluto consegnargli le chiavi della città. La consegna dei sigilli della città è avvenuta nel corso di un incontro a porte chiuse con l'ex numero uno della Casa Bianca, a cui hanno partecipato, oltre al sindaco Sala, rappresentanti delle istituzioni e dell'imprenditoria. «Le chiavi della città a Barack Obama, un uomo che ha cambiato la storia. Un onore per me e per tutta Milano», ha scritto il sindaco della città su Facebook.
Il saluto a Milano e il focus su terrorismo e tecnologia
«Grazie Milano»: così l'ex presidente Usa, Barack Obama, ha chiuso il suo intervento alla fiera 'Seeds and chips' . L'ex presidente è stato a sua volta salutato con una standing ovation da tutto il pubblico presente. Numerosi e ampi i temi toccati: oltre a clima e giovani, anche la guerra al terrorismo e l'impatto della tecnologia nell'industria: «Se molti giovani sono disoccupati canalizzeranno in modo malsano le loro energie» ha aggiunto. La tecnologia nel mondo «sta creando in molti settori dell'economia alta intensità di capitale e meno richiesta di mano d'opera, e tutto questo diventerà un problema nel mondo avanzato. È una delle cose che mi preoccupa di più: sono certo che in molti Paesi del Medio Oriente e del sud dell'Asia questo è parte del problema che fomenta la radicalizzazione e il terrorismo»

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