“L’appello era
partito in tempo utile, forte e chiaro il messaggio: tutti in campo, a Quarto,
per sostenere la squadra ed esprimere dal vivo la solidarietà alla società
calcistica. Ma sono stati in pochi a raccoglierlo: spalti semivuoti, assenti le
istituzioni”. Sono queste le parole espresse con grande rammarico dalla
giornalista Rosaria Capacchione, candidata al Senato del Partito Democratico,
dagli spalti dello stadio comunale Giarrusso di Quarto domenica mattina, mentre
assisteva all’incontro della squadra di calcio della società sequestrata alla
camorra e oggi gestita da un amministratore giudiziario, vittima dell’ennesimo
raid intimidatorio. Istituzioni e cittadini assenti nonostante un appello
accorato lanciato tramite Facebook e lo slogan scandito per l’intera mattinata
di sabato da altoparlanti e megafoni piazzati su un auto in giro per la città.
Il sold out della legalità, ovvero l’appello al “tutto esaurito” come risposta
collettiva ai raid non ha sortito gli effetti sperati. “Un brutto segnale – dice
Capacchione - la prova che nella cittadina flegrea, per lungo tempo condizionata
dalle attività del clan Polverino e da una classe politica collusa e connivente,
c’è ancora molto da fare per recuperare legalità e agibilità
democratica”.
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