sabato 31 maggio 2014

Massimo. Il mio cinema secondo me. caserta FilmLab partecipa all'ultima serata della manifestazione Capua Il Luogo della Lingua festival

Caserta FilmLab ha il piacere di presenziare all’ultima serata della manifestazione Capua Il Luogo della Lingua festival, la kermesse con cui la città celebra il suo legame con le origini della lingua italiana (qui fu ritrovato nel X secolo il Placito capuano). Nella cornice di Palazzo Lanza domani, domenica 1 giugno, alle ore 22.30 verrà proiettato il documentario su Massimo Troisi Massimo. Il mio cinema secondo me del regista Raffaele Verzillo. Non a caso, l’evento cade nel ventennale della morte dell’ attore / regista prematuramente scomparso. Interverranno l’attore Massimo Bonetti e Raffaele Verzillo, presenterà  Francesco Massarelli, Direttore artistico di Caserta FilmLab. Il documentario, scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona e Raffaele Veneruso, è stato presentato nella sezione Retrospettive al Festival del Cinema di Roma 2013. Il lavoro si pone anzitutto come viaggio di ricerca, alla scoperta della poetica e della sensibilità artistica di Troisi regista. Le foto inedite fornite dall’archivio di Mario Tursi, e animate per l’occasione in motion graphic, si intrecciano alla testimonianze di numerosi amici e colleghi – Lello Arena, Francesca Neri, Massimo Bonetti, Anna Pavignano, Maria Grazia Cucinotta e il critico cinematografico Mario Sesti. Ognuno con un suo personale racconto di come fosse semplice e al contempo straordinario il lavoro di Massimo sul set – un lavoro che nasceva anzitutto dalla necessità di rappresentare qualcosa che fosse degno di essere raccontato: “Devo convincere prima me stesso che vale la pena raccontare un argomento, che sia l’amore, la malattia, l’amicizia (…), che dica qualcosa non di assolutamente nuovo, ma se il nuovo non c’è, devo sforzarmi di guardarlo da un nuovo punto di vista”. Da qui il suo inconfondibile modo di recitare, fatto di ripetizioni, continue pause e ripensamenti, metafora verbale della timidezza dell’artista, ma anche del disagio comunicativo che Troisi riteneva intrinseco al rapporto tra i sessi, e che tentava di riprodurre al meglio nel mondo “finto” del set. “Lui non ti costruiva, voleva che tu fossi quanto più possibile vicino alla realtà”, ricorda la Cucinotta, che fu al suo fianco nell’ultimo e splendido “Il Postino”. Verzillo ci restituisce il volto più umano e forse meno conosciuto di Troisi, sottolineandone la modestia, la velata malinconia che toccava la sua persona. “Angelo e marionetta”, come suggerisce Francesca Neri citando il poeta Rilke, Troisi ci saluta sulle note finali della commovente “Qualcosa arriverà” del concittadino Pino Daniele, confermandosi come uno dei grandi maestri della comicità italiana del Novecento.


Fonte: comunicato stampa

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