Da anni lo “Sportello dei Diritti” si batte per la tutela del “Made in Italy” e contro la contraffazione che costituisce una piaga che ha contribuito, e non poco, alla crisi produttiva del Nostro Paese.E' di oggi la notizia che oltre 30'000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altre "denominazioni di origine controllata e garantita", ma falso e di scarsa qualità, sono state sequestrate dai Carabinieri del reparto operativo di Siena. L'operazione, ancora in corso in Toscana e in altre regioni del centronord riguarda una vasta frode agroalimentare nella vendita all'ingrosso e al dettaglio.Sequestrati anche ettolitri di vino sfuso pronto per essere piazzato sui mercati internazionali a prezzi dieci volte superiore e falsi documenti di certificazione di qualità.Decine le perquisizioni e le verifiche dei carabinieri, che hanno riguardato cantine, centri d'imbottigliamento, supermercati ed enoteche in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio.Il vino sequestrato, di scarsa qualità, dopo essere stato imbottigliato veniva etichettato con false fascette con i sigilli di Stato e quindi commercializzato in Italia ed all'estero ad un prezzo dieci volte superiore al suo reale valore, con un danno al settore vitivinicolo italiano calcolato in centinaia di migliaia di euro.Alcune persone risultano indagate, ma allo stato non vi è alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino che, anzi, potrebbero essere parte lesa.L'operazione è ancora in corso nelle regioni di centro-nord e riguarda una vasta frode agroalimentare nella vendita all'ingrosso e al dettaglio.Responsabile del proliferare all’acquisto del “falso” che si sta diffondendo sempre più tra i privati, sono i siti internet che offrono molti prodotti imitati. Ed è in particolare al moltiplicarsi dell’offerta su internet che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si sofferma per mettere in guardia i potenziali acquirenti.Basti ricordare che se da una parte i truffatori responsabili delle falsificazioni ed i venditori rischino una condanna penale, anche gli acquirenti sono soggetti a pesanti sanzioni e a risarcimenti civili da parte delle aziende vittime delle contraffazioni.È vero, che i destinatari degli acquisti online non sono penalmente perseguibili, ma se non rinunciano all’oggetto, vanno incontro ad ulteriori spese legali e possono esser citati in giudizio in sede civile oltreché a pesanti multe da parte delle autorità amministrative e tributarie che dovessero accertare gli illeciti.Acquistare un articolo con marchio contraffatto è, infatti, un illecito amministrativo per il quale le sanzioni previste vanno dai 100 ai 7.000 euro. E non c'è alcuna differenza se l'acquisto viene fatto in strada, in un negozio o su internet.
Fonte: Giovanni D’AGATA
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