Il Consiglio Direttivo della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, presieduto da Alberto Zaza d’Aulisio e composto dal vice presidente Michele De Simone, dai consiglieri Giovanna Sarnella, Mauro Nemesio Rossi, Rita Ferraiolo, Marco Lugni ed integrato dal Bibliotecario Giuseppe de Nitto , concertatosi d’urgenza in seguito alla notizia di stampa secondo cui all’ordine del giorno odierno del Senato Accademico della SUN è iscritto il cambio di denominazione dell’Ateneo operante sul territorio della Provincia di Caserta, dopo ampia disamina, premesso che l’art. 10 della Legge 7 agosto 1990 n.245, sotto la rubrica Seconda Università di Napoli, recita testualmente :” E’ istituita, nell’area metropolitana di Napoli, la II Università” e che nell’art. 8 del D.P.R. 28 ottobre 1991, sotto la rubrica Napoli, tra l’altro, si legge testualmente Premesso che il D.M. 25 marzo 1991 ( emanato ai sensi dell’art.10 della legge 245/90) ha istituito il secondo Ateneo di Napoli; rilevato che la questione della Università di Caserta non è meramente nominalistica ma investe il momento genetico dell’Ente; osservato che qualunque denominazione, condivisibile o meno, non soddisfa l’esigenza storicamente avvertita dalla Città sin dalla progettazione affidata da Carlo di Borbone a Luigi Vanvitelli ossia di istituire, nella Reggia, tra l’altro, una Università degli studi; evidenziato, altresì, che il pur massiccio movimento di opinione non è valso a far individuare agli Organi competenti, da quelli amministrativi a quelli legislativi, la centralità dell’argomento che viene aggirato ma non affrontato nell’essenza; esprime il più vivo rammarico per la generosa spendita di tempo e di risorse umane ed intellettive che non colgono l’obiettivo; sollecita la formulazione del prescritto parere degli organi accademici volto a rimodulare la definizione della Seconda università di Napoli come Università degli Studi di Terra di Lavoro nel rispetto della sua consolidata strutturazione policentrica; impegna ed esorta l’intera rappresentanza parlamentare casertana a fare sistema per il conseguimento di un obiettivo di sostanza e di merito diverso da una mera operazione di facciata che non risolve il problema mistificando una realtà difforme dalla volontà collettiva.
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