martedì 24 marzo 2015
La Masseria
La Masseria: come Chiesa ci
auguriamo soluzione rapida e positiva
Sono passati altri mesi e, purtroppo, siamo ancora costretti a parlare
della situazione difficile di un gruppo di lavoratori e delle loro 54 famiglie,
siamo costretti a doverci fare voce di coloro che non trovano attenzione ed
ascolto, a denunciare la situazione dei dipendenti del Centro Commerciale “La
Masseria” in Cardito (Na), che non ha
avuto ancora alcuna forma di sviluppo.
In verità, negli ultimi mesi, anche con la partecipazione delle Istituzioni
di governo, sembrava che si fosse concretizzata una possibilità di soluzione
della vertenza, ma poi tutto è sfumato nel nulla. E i lavoratori sono ancora,
ormai da otto mesi, giorno e notte, ad occupare i locali in cui, per anni,
hanno svolto il loro lavoro.
Ad aggravare la situazione giunge la notizia che, a partire da lunedì 23
marzo 2015, poiché in questi mesi non sono state pagate le bollette, l’ente
competente staccherà l’energia elettrica. Senza energia elettrica sarà quasi
impossibile continuare a rimanere in quei locali situati in ambienti
sotterranei dell’intera costruzione.
A questo punto cosa potrà accadere? I dipendenti e le loro famiglie
potranno cercare di organizzarsi ancora per rimanere in quegli ambienti? O
saranno costretti a lasciare il campo, dopo tanti inutili sacrifici, sconfitti
dalle circostanze e dalla prepotenza dei calcoli economici?
Il problema che rimane aperto, ed a cui nessuno risponde, riguarda la vita
di queste persone e delle loro 54 famiglie.
Da quanto ci è dato di capire: nessuno si oppone al cambio di proprietà o
di gestione del Centro Commerciale, nessuno contesta le scelte dei nuovi
responsabili, ma, se non c’è accordo sulla possibilità di mantenere le stesse
presenze lavorative, perché non si procede al loro licenziamento?
A questo punto sarebbe l’unica soluzione dignitosa per tutti: libererebbe
definitivamente i lavoratori consentendo loro, con l’accesso agli aiuti
sociali, di organizzarsi diversamente per la loro vita, libererebbe la
proprietà consentendole di gestire l’attività nella forma che riterrà più
utile.
Come Chiesa ci auguriamo che, nel dialogo e nel rispetto, con l’assunzione
delle rispettive responsabilità, si possa arrivare al più presto ad una
soluzione che possa essere la più positiva per tutti.
Aversa, 22
marzo 2015
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