Distintissima Signora
la Dott.essa Maria Grazia Nicolò
Commissario Prefettizio
Caserta
e p.c.
Organi di informazione
L’annoso problema dell’ inquinamento atmosferico in corso Giannone ed in via De Gasperi, riproposto in questi giorni alla pubblica attenzione, impone alla mia coscienza e responsabilità di cittadino, pensoso della vita della nostra Caserta, Città e Capoluogo, di prospettarLe qualche elemento di valutazione per l’attuale contingenza, maturato alla luce della mia esperienza professionale, di amministratore comunale e di cultore di storia patria e, per ultimo ma non ultimo, di giornalista che ha avuto l’opportunità ed il privilegio di occuparsi attivamente – dal 1966 e per alcuni lustri – del vissuto del territorio di interesse nelle sue molteplici articolazioni, prima fra tutte la civica amministrazione.
L’allarme ambiente è sotto gli occhi di tutti. Allertiamoci con i rimedi necessari ed opportuni. Certamente. Ma il medico, prima di definire la prognosi e di prescrivere la terapia, deve procedere all’anamnesi del male .
Sul lettino clinico giace il traffico malato ed inquinante . Quali le cause di tale stato patologico che provoca effetti negativi sulla salute delle persone? Una lunga serie : la crescita esponenziale della circolazione auto- veicolare, la carenza di mezzi pubblici e collettivi; l’indisciplina degli utenti della strada , dal pedone al ciclistica che, spesso, si ritengono estranei al codice della strada, all’automobilista che sovente somma alla ignoranza delle più elementari norme di condotta la irragionevolezza e la ineducazione; la particolare strutturazione urbanistica con carreggiate stradali inferiori a m.5,65, anche in zone di nuova espansione;la diffusa disapplicazione della Legge Ponte, che impone un preciso rapporto plano-volumetrico tra edificato e posti –macchina per prevenire la trasformazione delle strade in pubblico rimessaggio a costo zero; l’inesistenza del parere di compatibilità col traffico per l’apertura di esercizi commerciali; l’inesistenza di una rigorosa disciplina degli orari di carico-scarico merci; la disapplicazione della Legge che disciplina i tempi della Città; l’assenza di un sistematico monitoraggio del traffico in funzione della revisione biennale del piano di mobilità cittadina. Escludendo che l’inquinamento ambientale possa derivare da cause diverse da quelle indotte dal traffico automobilistico, non sembra agevole intervenire con rimedi urgenti ed appropriati, salvo voler rifondare Caserta.
Nel 1920 il piano regolatore Memma già si faceva carico del problema di via ( non ancora corso) Giannone, la cui carreggiata fu allargata soltanto con l’arrivo degli Americani per consentire il transito dei carri armati. Oggi, l’importante asse di penetrazione in Città del traffico proveniente dalla Sannitica , nonostante l’ampiezza della carreggiata, risulta intasato, soprattutto nelle ore di punta, dal rinculo della colonna di auto costrette alla tortuosa gimkana tra via Gasparri, primo tratto di corso Trieste, via Battisti, viale Vittorio Veneto per guadagnare, faticosamente , tra le tossiche esalazione degli scarichi dei motori imballati, la deviazione di via Sauro per riportarsi su via Verdi in direzione di via Renella , via Acquaviva o via Roma ovvero l’uscita per il Vialone Carlo III o il viale Dohuet. Un significativo alleggerimento si potrebbe avere consentendo la scorciatoia in uscita da Caserta verso sud sul senso unico attivabile per una larghezza costante di almeno 4 metri tra il marciapiedi dei Campetti e la transenna dinanzi al Palazzo Reale . Se, poi, si eliminasse l’ineffabile “muro di Berlino” in Largo Amico ( in contrasto con l’obbligo di individuare i punti di fuga in caso di emergenza) e se si restituisse alla circolazione l’intera carreggiata di via Roma, liberandola dalle occupazioni dei gazebo di pubblici esercizi( peraltro non consentite per l’interposizione dell’area di circolazione pedonale rispetto al banco di somministrazione), la cui massa di ingombro viene accresciuta dalla sosta selvaggia di auto in seconda e terza fila, si trarrebbe un altro sospiro di sollievo.
Anche via De Gasperi soffre dell’intasamento di via Settembrini il cui attraversamento costituisce altrettanta sofferenza per la strozzatura nel tratto tra via Gemito e via Giuseppe Maria Bosco, risolvibile con la eliminazione di uno dei due parcheggi a cassonetto così da consentire il libero deflusso delle auto sull’arteria di maggiore assorbimento .
Per via De Gasperi ricordo, comunque, che all’inizio degli anni 2000 si scoprì che i valori di allarme registrati dalla centralina gestita dall’Istituto di Igiene e Profilassi(non c’era ancora l’Arpac) erano portati dalla captazione dello scarico dell’impianto di riscaldamento dell’alloggio del custode del Liceo Manzoni, esistente in prossimità.
L’educazione alla sensibilità ambientale anche attraverso l’utenza stradale. Se ne discute. Sottoscrivo. Ma senza speranza alcuna. Ricordo soltanto tre momenti disarmanti della mia esperienza di assessore alla mobilità: a) sei mesi di discussione per definire con i commercianti la convenzione ( abortita) per il rimborso del costo del parcheggio a pagamento presso il King House ai clienti degli esercizi del centro; b) l’infruttuoso esperimento per tre mesi del trasporto gratuito assicurato dalla ACMS con 4 minibus elettrici ai fruitori del parcheggio sotterraneo di piazza Carlo III; c) il fallimento del tavolo di concertazione istituzionale per disciplinare i tempi della Città( altri sei mesi di discussioni estenuanti senza che nessuno degli enti partecipanti retrocedesse di un millimetro); d) l’insensibilità dei cittadini ad accogliere i progetti concordati dall’Amministrazione con psicologi della mobilità; e) la dissoluzione, come neve al sole, delle cento biciclette che una Ditta aveva offerte gratuitamente per incentivare l’intermodalità riservata ai fruitosi del parcheggio Pollio.
Se si considera che le strade non sono comparti- stagno e che la chiusura di una o più arterie provoca “infarti” in altre( sempre in termini di traffico intrappolato) con maggiore espansione di gas inquinanti e di polveri sottili, allora non resta che riprendere il discorso lì dove si è fermato cercando di dipanare la matassa prendendo le mosse dagli interventi più semplici e meno traumatici: recupero degli spazi viari e non interdizioni acritiche, incentivazione dei parcheggi a pagamenti secondo le più elementari leggi del mercato( stimolando la crescita della domanda con la riduzione delle tariffe, altrimenti si continueranno a registrare parcheggi mezzo o tutti vuoti con auto in sosta selvaggi nelle prossimità), sblocco di Largo Amico, e così di seguito secondo modalità e tempi da concertare nelle sedi competenti e con i legittimi referenti.
Grato per l’attenzione, saluto distintamente.
Caserta, 9.11.2015
Avv. Alberto Zaza d’Aulisio
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