lunedì 19 settembre 2016

LA NOTIZIA DEL GIORNO

LA NOTIZIA DEL GIORNO

Polizia New York: "Forse attacchi collegati, si teme cellula attiva"

Catturato il probabile attentatore dopo una sparatoria. È naturalizzato americano. Intanto è allarme nel New Jersey per zaino con 5 ordigni, uno esploso durante disinnesco. “Possibili collegamenti tra NY e New Jersey”. Minnesota,ieri 22enne di origine somala ha accoltellato 9 persone. Isis rivendica. Le ripercussioni nella corsa alla Casa Bianca

È stato catturato Ahmad Khan Rahami, 28 anni, afghano naturalizzato americano ritenuto il responsabile delle bombe del quartiere di Chelsea di New York. In mattinata la polizia aveva diffuso il suo identikit e nelle prime ore della mattina, pomeriggio italiano, il giovane è stato catturato dopo una sparatoria nel New Jersey. Rahami viveva ad Elizabeth, nel New Jersey, dove oggi sono stati trovati alcuni ordigni, rafforzando l'ipotesi del terrorismo. Il sindaco di New York Bill De Blasio, dopo aver confermato che le indagini seguivano la pista del terrorismo, aveva affermato che “Il sospetto è armato e pericoloso”. E così cresce l'ipotesi che le bombe di New York siano collegate a quelle del New Jersey, come affermato dal governatore di New York Andrew Cuomo.
Paura nel New Jersey
E nella notte otto ordigni sono stati trovati vicino ai binari della stazione di Elizabeth, in New Jersey, sulla linea ferroviaria che collega Penn Station a Manhattan e all'aeroporto internazionale di Newark. Una delle bombe è esplosa mentre un robot degli artificieri cercava di disinnescarla, alle 6.30 ore italiane. Nella notte, poi, cinque persone sono state arrestate ad un posto di blocco a nei pressi del ponte di Verrazzano che unisce Brooklyn a Staten Island, sono residenti di Elizabeth e nella loro auto sono state trovate delle armi. Erano diretti al'aeroporto Jfk. In New Jersey domenica mattina era esploso un altro ordigno senza colpire nessuno. Gli episodi nel New Jersey e quello a Manhattan sarebbero collegati.
Le bombe di New York
Ieri una bomba è esplosa in un cassonetto a Manhattan, tra la 23ma strada e la 7ma avenue nel quartiere di Chelsea, causando 29 feriti tutti successivamente dimessi dall'ospedale. L'esplosione che ha scosso il quartiere di Chelsea, nel cuore di Manhattan, è stata fortissima: i social media, immediatamente inondati di commenti e notizie, raccontano che il rumore è stato sentito anche sull'altra sponda del fiume Hudson, ad Hoboken. L'ordigno, secondo quanto riporta il Ny Times, era costituito da una pentola a pressione piena di schegge metalliche. Una bomba, dunque, "fatta per uccidere". Alcuni video mostrano in azione lo stesso uomo nei due siti a New York dove la polizia ha rinvenuto gli ordigni esplosivi. A qualche isolato di distanza dal luogo dell'esplosione sulla 23ma strada (tra la sesta e la settima Avenue), infatti, é stato trovato un secondo ordigno, molto simile,realizzato artigianalmente con una pentola a pressione da cui uscivano dei fili collegati a un telefono cellulare: l'ordigno é stato rimosso mentre un terzo 'pacco sospetto', sempre nella zona, si é rivelato un falso allarme. Vicino alla pentola a pressione è stata trovato un pezzo di carta con una scritta. L'esplosivo utilizzato sarebbe la tannerite e come detonatori sono stati utilizzati vecchi telefonini cellulari a conchiglia e fili elettrici di alcune luci di Natale.
Minnesota, esce ed accoltella 9 persone
“Vado al mall per comprare un iPhone 7”. È questa l’ultima frase sentita dalla famiglia di Dahir Adan, prima che uscisse di casa e accoltellasse un'ora e mezza dopo nove persone (e non otto, come riferito in un primo momento) in un centro commerciale in Minnesota. Lo scrive il St. Cloud Times, il giornale locale della cittadina teatro dell'attacco poi rivendicato dall'Isis. Dahir Adan, americano di origini somale, aveva di 22 anni. Era uno studente dell’università del Minnesota e lavorava part-time come guardia di sicurezza, circostanza che può spiegare perché ha agito con una divisa da 'security officer'. Insomma, un terrorista insospettabile cresciuto "in casa". Tutto è cominciato intorno alle 20 locali di domenica 18 settembre, un'ora prima del panico a New York. L'autore dell'assalto saluta la famiglia dicendo di uscire per comprare un iPhone7, poi entra con un'uniforme da private security nell'affollato mall Crossroads Center di St. Cloud, una tranquilla cittadina di 65 mila abitanti, un centinaio di km a nordest di Minneapolis.
Inneggia ad Allah
Dopo aver inneggiato ad Allah, comincia ad accoltellare i clienti a caso in varie zone: corridoi, aree comuni, negozi. La gente fugge terrorizzata ma nove persone finiscono sotto i suoi colpi, fortunatamente non fatali: cinque sono state già dimesse. L'assalitore avrebbe chiesto ad almeno una delle sue vittime se era di fede islamica. A mettere fine alla sua azione sanguinaria, evitando conseguenze peggiori, è stato un poliziotto fuori servizio, Jason Falconer, acclamato poi come un 'eroe' dalle autorità locali.
Le ripercussioni sulle presidenziali
La rivendicazione in Minnesota getta un'ombra inquietante sull'America nel pieno della campagna elettorale, insieme agli interrogativi e alle preoccupazioni alimentate dall'"atto intenzionale" nel cuore della Grande Mela e dall'esplosione in New Jersey. Donald Trump ha preso la palla al balzo: il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha 'scavalcato' le autorità e - prima che fossero resi noti i dettagli dell'attentato - ha annunciato ai suoi sostenitori durante un comizio che una "bomba é esplosa" a New York. Trump ha approfittato subito dell'attacco per rinforzare la sua campagna elettorale, affermando che "Ora servono le maniere forti". Prudente invece la reazione della candidata democratica Hillary Clinton, che ha detto di voler attendere informazioni più precise sull'accaduto. Prudente invece la reazione della candidata democratica Hillary Clinton, che ha detto di voler attendere informazioni più precise sull'accaduto.

Fonte: Sky Evening News

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