LA NOTIZIA DEL GIORNO
Via libera al Def: nel 2017 deficit fino al 2,4% e Pil all’1%
Il Premier difende le grandi opere “Perché dire di no?”. Ma le opposizioni attaccano e M5S ricorda: “Eri contrario”. E sul Referendum Renzi “Non si usi per far cadere il governo”ed attacca: “Cav e D'Alema usano “No” per ritornare in campo”. Intanto ieri il Cdm ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: crescita più lenta e deficit più alto
“Se il ponte diventa strumento per unire da Milano a Palermo con la Tav, nonché Calabria e Sicilia, se questo percorso arriva dopo aver fatto la banda larga, allora si può fare. Non è perché lo ha detto Berlusconi è sbagliato. Se ci saranno le condizioni e il progetto permetterà allo Stato di ricavare e non di spendere, perché no?” Il premier Matteo Renzi stamattina, ai microfoni di Rtl 102.5, torna sulle grandi opere, ribadendo il suo forte sì al Ponte sullo Stretto, riconoscendolo come “un simbolo” per iniziare la ripresa. Sulle infrastrutture "non ci possiamo permettere di fare sogni nuovi perché abbiamo il dovere di rilanciare quelli degli altri" continua poi il premier, ricordando che il governo ha "sbloccato 18 miliardi di euro e cercato di liberare il più possibile risorse per investimenti".
Critiche le opposizioni
Ma non si placano le polemiche delle opposizioni sul Ponte, con il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che ricorda a Renzi quando, al tempo del governo Berlusconi, lo stesso Renzi si fosse dichiarato contrario all’opera “Il ponte sullo Stretto una brutta pagina da chiudere, continuano a parlare del Ponte, ma io dico che gli 8 miliardi li dessero alle scuole per renderle più moderne e sicure” affermava nel 2012 l’attuale Premier. Critica anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che non la ritiene una priorità: “Sarebbe meglio prima rilanciare il lavoro a Sud e mettere in sicurezza il nostro territorio. Se ci sono poche risorse vanno usate per mettere i sicurezza il nostro territorio, anche in Sicilia e Calabria che sono aree sismiche”.
Referendum: “Non si usi per cacciare il governo”
Oggi il premier è tornato a parlare del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre ”Non si utilizzi il voto per buttar giù il governo. Si manda a casa per sempre la riforma. Quella è un'occasione perduta. È più bello se si potesse votare nel merito” afferma Renzi, che poi attacca il promotore del comitato per il no Massimo D’Alema “Berlusconi punta a fare un'operazione del tutto legittima che è quella di tornare in campo assieme a D'Alema e a tanti altri che utilizzano il referendum per questo e per fare una bella Bicamerale”. Immediata la risposta dell’ex leader dem “Vedo che Renzi insiste nel ripetere questa sciocchezza di Berlusconi e D'Alema che vogliono usare il referendum per tornare in campo. Anche da questo è evidente che Renzi ritiene gli italiani degli sprovveduti”.
Riforma della giustizia, no alla fiducia
Altro argomento spinoso per il governo è l’attuazione della riforma della giustizia. Al momento la legge è ferma al Senato, ma il premier ha escluso il ricorso alla formula della fiducia, che andrebbe contro l’Anm ci penso su due volte a mettere la fiducia su una cosa che Davigo definisce provvedimenti dannosi o inutili, su atti della giustizia che vogliono aiutare i magistrati, con i magistrati che dicono che sono dannosi.
Approvato il DefCrescita più lenta del previsto e deficit più alto. Il governo ha messo nero su bianco la revisione delle stime di crescita. Dopo 45 minuti di riunione a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016. Previsto il ricorso alle “cause eccezionali” come sisma e migranti per ottenere circa 6 miliardi a Bruxelles, come ha specificato Matteo Renzi, «nel rispetto delle regole europee». Il quadro macroeconomico che emerge è meno promettente di quanto stimato in primavera, profondamente influenzato dalla frenata del Pil.La crescita 2016 si ferma allo 0,8%. Cifra in linea con le previsioni delle principali istituzioni nazionali ed internazionali, da Ocse a Bankitalia, e che segnano un deciso ridimensionamento rispetto al +1,2% scritto nel Def di aprile. Il taglio ci sarà inevitabilmente anche per 2017: dal +1,4% si scende nel 2017 all'1%. L'asticella dell'indebitamento netto sale al 2,4% quest'anno. Con una crescita inferiore alle attese l'Italia è costretta a rinegoziare l'impegno assunto con Bruxelles di un deficit all'1,8% del Pil nel 2017. Il debito di conseguenza scende, anche se sostanzialmente è stabile, dal 132,8% al 132,2%.
Deficit 2017 al 2%
Formalmente nella Nota di aggiornamento al Def il deficit sarà fissato al 2% del Pil nel 2017. Ma di fatto l'esecutivo è pronto a far leva, nel corso dell'iter della legge di bilancio, così come già avvenuto lo scorso anno, sulle spese straordinarie da sostenere per i costi della ricostruzione del terremoto e per l'emergenza migranti, spese che il premier Renzi conta di scorporare dai vincoli del Patto di stabilità. “Per le circostanze eccezionali (sisma e immigrazione) chiederemo al Parlamento l'autorizzazione ad arrivare ad un massimo dello 0,4" di deficit, ha spiegato Renzi. Il premier ha annunciato: «Le spese sanitarie saranno maggiori rispetto al 2016. Metteremo più soldi sulla Sanità. Quanto ci sarà esattamente sul Fondo sanitario lo renderemo noto con la manovra».
Fonte: Sky Evening News
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