“Basta a questo gioco al massacro. Qualcuno, per ragioni che al momento ci sfuggono, mesta nel torbido, gettando fango sulla nostra azienda, sul nostro gruppo e sulle nostre persone, ma soprattutto sta giocando sporco sulla pelle delle cinquantuno famiglie dei nostri dipendenti. Un gioco sporco a cui non intendiamo partecipare supinamente. In questo senso, abbiamo già dato mandato ai nostri legali, affinché l’autorità giudiziaria faccia chiarezza sulle persone e i motivi che stanno dietro a questa vicenda che ha tutto l’apparenza di una campagna stampa concertata e finalizzata alla diffamazione del nostro marchio, del nostro gruppo, delle nostre persone e, forse, alla chiusura della stessa fabbrica”.
“Intanto, è nostra intenzione aprire le porte della fabbrica alla stampa, affinché tocchi con mano, constati di persona la tecnologia altamente innovativa dei nostri prodotti e dei nostri processi di lavorazione. Non abbiamo segreti da nascondere. La nostra è un’azienda che non brucia plastica, che non emette fumi dannosi per le persone e nocivi per l’ambiente. Un’azienda, anzi, che non produce rifiuti, ma in parte si autoalimenta riciclando la stessa materia prima impiegata, dunque altamente rispettosa dell’ambiente e della salute dei propri addetti”.
E’ questa la risposta di Bartolomeo Letizia, patron della Conti3, l’azienda allocata in piazza della Seta a San Leucio in parte dei capannoni rilevati dal fallimento di un precedente insediamento produttivo e che, peraltro, attraverso un ramo del Gruppo industriale di famiglia, è adiacente al Setificio Leuciano, unico insediamento produttivo serico riportato in attività nel sito borbonico.
L’appuntamento con la stampa è fissato per sabato prossimo, 7 gennaio 2017, alle ore 11.
Con Bartolomeo Marco Letizia a far da cicerone ai giornalisti e fornire tutti i chiarimenti utili sarà presente l’amministratore Vincenzo Sepe.
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