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Il ct azzurro spiega la decisione di dire addio alla Nazionale dopo gli Europei. E sulla Serie A...
«Sono stato combattuto prima di prendere questa decisione, perché quando inizi a lavorare con un gruppo con cui ti trovi bene diventa difficile fermarsi e dire basta. Ma ho ascoltato molto il mio cuore, così come quando ho accettato la Nazionale». A pochi giorni dall’annuncio dell’addio alla panchina azzurra dopo gli Europei, Antonio Conte torna così sulla sua scelta. «La qualificazione agli Europei, lo scorso ottobre, mi ha riempito di soddisfazione. Vedere un gruppo che riusciva a fare quello che chiedevi anche in poco tempo...quello è stato un momento in cui sinceramente ho valutato la possibilità (di restare, ndr). Però dopo sono passati altri quattro mesi ed è stata veramente dura sotto tutti i punti di vista. Stare quattro mesi senza fare niente e pensare che ci siano altri due anni così...sinceramente ho avvertito una difficoltà. Io sono felice e entusiasta di questa esperienza, ma so anche che farei molta fatica a stare in garage», ha aggiunto il ct da Coverciano prima di lanciare un affondo: «Dopo il fallimento Mondiale eravamo partiti con tanti bei propositi ma poi si è fatto come i gamberi…».
«In questo momento non mi seduce niente, non mi deve intrigare niente. Sono il ct della Nazionale e sono lieto di esserlo. Mi era stata chiesta giustamente correttezza sotto tutti i punti di vista, di fare chiarezza sulla mia posizione prima degli Europei visto che il contratto sarebbe scaduto. Mi sembra di averci pensato, di aver ponderato bene la decisione sotto tutti i punti di vista (...) Per me quella di ct è un'esperienza fantastica e mi rimarrà per tutta la vita». E sull'ipotesi Chelsea «Il Chelsea? Per me pronunciare questa parola non è assolutamente un tabù, ma potrei pronunciare anche delle squadre italiane» ha spiegato, aggiungendo «Vediamo il futuro cosa riserva, se qualcosa di bello all'estero o in Italia», si limita a dire il tecnico.
«Con la Lega serie A una battaglia persa? Purtroppo ci sono situazioni in cui bisogna capire quando si è incudine o martello. In questo caso noi siamo una bella incudine e ne prendiamo atto». Ha proseguito Conte tornando sullemancate concessioni dei club su una possibile modifica al calendario, in particolare sulla data della finale di coppa Italia fissata il 21 maggio. «Per me il riferimento rimane sempre il mio presidente (Tavecchio, ndr): se lui mi dice che alcune cose sono state riviste io ne devo prendere atto, anche se mi può sicuramente dispiacere».
Cannavaro: “Io ct? Mi piacerebbe"
E se Conte non parla del prorpio futuro, chi sembra avere le idee chiare è l’ex capitano degli azzurri campioni del mondo 2006, Fabio Cannavaro. «Mi piacerebbe diventare ct della Nazionale. Questo ormai è un paese per vecchi. È un ruolo difficile ma ho l'esperienza giusta perchè conosco l'ambiente, ci sono stato 15 anni» ha detto ai microfoni di Sky Sport 24 l’ex difensore di Juventus, Inter e Real Madrid. Ipotesi lontana? Forse, ma sicuramente sono in molti gli italiani che vorrebbero rivedere Cannavaro indossare i colori della Nazionale, dopo quell’indimenticabile notte del 9 luglio 2006 a Berlino.
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