Benevento – Casertana non è finita al 90’,
continuano le polemiche in casa rossoblù, il risultato scotta e questo ci può
stare.
Duole invece leggere le lettere di protesta di
colleghi giornalisti casertani presenti alla partita, sistemati in tribuna in
una zona delimitata dal nastro di plastica bianco e rosso.
Ci può stare, i nostri stadi non hanno spazi
stampa in grado di ospitare molti colleghi come verificatosi domenica scorsa a
Benevento.
Facilmente individuabili i giornalisti casertani
hanno dovuto lavorare con il computer poggiato sulle gambe e anche ci può
stare.
Altri poi hanno trovato un tavolo libero dove
poter poggiare il pc e proseguire il proprio lavoro.
Tutti però sono stati oggetto di scherno, offese
e minacce non da parte del pubblico giallorosso presente in tribuna, ma da
parte di persone che sedevano in quello spicchio di tribuna stampa ricavato in
tribuna, che si presuppone siano giornalisti, che non osiamo definire colleghi
per il comportamento poco civile avuto sia come persone che come iscritti ad un
ordine professionale la cui etica domenica pomeriggio è stata non violata ma
calpestata.
Esultare per il gol della propria squadra, non è
il massimo per un giornalista al lavoro, ormai ci si abitua a tutto. Ma in
quella che è comunque una tribuna stampa, anche se ricavata da uno spicchio di
tribuna, sputare addosso ad operatori dell’informazione al lavoro al seguito
della squadra avversaria, cantare cori di scherno o esibire la sciarpa con i colori
del cuore e minacciare, forse cozza con la buona educazione e con tante altre
regole scritte e non scritte che hanno il loro fondamento nel vivere civile,
che evidentemente domenica pomeriggio allo stadio di Benevento non c’era, o era stato messo momentaneamente da
parte.
Di sotto le due lettere di protesta dei colleghi.
Storia di ordinaria follia in tribuna al Vigorito. Giornalista casertano
minacciato da colleghi tifosi
Da appassionato di giornalismo sin dall’età di cinque anni (l’unico lavoro che ho sempre voluto fare) mi sono chiesto: che obiettività possono dare certi giornalisti nei loro articoli. Capisco nel caso in cui la propria testata si chiami ForzaBenevento.net ma negli altri casi la lettura non godrà di un minimo di imparzialità. Questo non è giornalismo. Soprattutto per chi, come me, in ogni campo in cui va lavora da giornalista e non da tifoso giornalista, cercando di insegnare ai colleghi più giovani quello che tanti maestri del giornalismo nostrano mi hanno predicato nella mia giovane carriera.
Per i lettori del nostro sito è stato un bel racconto da leggere. Ora tirate due conti e vediamo se in certe realtà si lavora da giornalisti o da tifosi. Errore deontologico gravissimo per chi il giornalista lo fa per mestiere o per diletto, perché questo mestiere non deve e non può spalleggiare la fede che ognuno ha di una squadra. Mi hanno insegnato che quando si è giornalisti, si sveste dei propri interessi politici, culturali, ideologici, sportivi. A quanto pare gli insegnamenti che custodisco gelosamente non sono giunti a tutti.
a cura di Domenico Vastante
Giornata da dimenticare per alcuni dei giornalisti che hanno seguito la Casertana nella trasferta di Benevento. L’organizzazione per nulla impeccabile non ha favorito il lavoro dei cronisti, per giunta la poca professionalità di colleghi o presunti tali del posto nella zona dedicata alla stampa, ha aizzato gli animi che sono sfociati in comportamenti maleducati e di basso stile, coadiuvati dai responsabili della comunicazione della società del Benevento Calcio.
Ma andiamo per ordine, i responsabili della comunicazione del Benevento Calcio hanno posizionato tutti i giornalisti provenienti da Caserta in una porzione di tribuna a stretto contatto con i tifosi di casa, l’unica separazione è stato un nastro di plastica, quello utilizzato di solito per i lavori stradali, senza la possibilità di prese di energia elettrica e banchetto per posizionare la strumentazione di lavoro.
Poi ad inizio gara solo quattro fortunati hanno potuto utilizzare posti consoni non occupati, ma il problema è nato alla seconda rete del Benevento perché diversi tifosi di casa si sono voltati verso la porzione occupata da accreditati della F.C. Casertana e giornalisti, lanciando urla e sputi, fortunatamente un notevole numero di steward ha risolto formando una vera barriera umana, diversi i gesti e le minacce rivolti ai giornalisti, alcuni pseudo tifosi locali si sono fermati anche dopo la gara per diversi minuti, continuando con insulti e improperi.
Questo appena raccontato per la questione organizzativa, poi quello che è maggiormente da condannare è che si parla di giornalisti, quindi in possesso di regolare tesserino rilasciato da un ordine professionale, ma questo è un discorso ancora più diverso.
Sempre dopo la seconda realizzazione dei padroni di casa, un giornalista o presunto tale, seduto alla prima fila al posto quarto, è salito letteralmente con i piedi sul banchetto saltando e gioendo peggio che in una qualunque curva, mentre alle sue spalle altri saltavano e cantavano.
Quando è stata richiesta un po’ di calma, perché c’era gente che con il computer sul tavolo cercava di lavorare, un altro giornalista o presunto tale di una certa età con un cappello in testa estraeva dalla bocca il chewing gum che stava masticando e lo lanciava verso un giornalista di Caserta seduto nella stessa fila.
Lo spettacolo non è ancora finito, purtroppo, in questa tribuna stampa sedeva anche una persona ben identificabile con in bella vista una sciarpa giallorossa, e anch’esso con movenze da curva mentre all’ingresso del varco dedicato ai giornalisti, quelli di Caserta sono stati ‘svaligiati’ di tutte bibite per questioni di sicurezza.
Nel finale in un ambiente surriscaldato e zeppo di steward si è avuto il tempo di osservare almeno 5/6 “giornalisti” o presunti tali beneventani, saltare e battere le mani rispondendo ai cori provenienti dalla curva dei tifosi locali e un tifoso giallorosso arrivare a gioire con gesti eloquenti nei confronti di un giornalista collaboratore di un portale di Caserta.
Giornata nefasta per tifosi e giornalisti sanniti che hanno espresso il peggio a differenza della loro squadra che in campo ha disputato la partita perfetta.
Come iscritto all’Ussi, chiedo una decisa presa di posizione sia dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che dell’Ussi, perché in questo momento così difficile della professione lasciare spazi dedicati a pseudo giornalisti e persone prive di deontologia, può solo contribuire a buttare fango e mettere in difficoltà chi effettua questo lavoro con la massima professionalità.
Il nostro racconto su quanto accaduto in
tribuna stampa al Vigorito
Parapiglia al Vigorito
CASERTA – Vergognoso è stato il termine utilizzato dal
presidente Pasquale Corvino per etichettare la prestazione indecente della
Casertana al “Ciro Vigorito” al cospetto di un Benevento gagliardo. Vergognoso
è il termine che utilizza chi in tribuna stampa c’era ed ha assistito al
comportamento squallido di chi si professa giornalista ma che purtroppo, in
certe occasioni, mostra il lato peggiore di questo lavoro. Alcuni colleghi (non
tutti, lungi da noi fare di tutta un’erba un fascio) si sono dimostrati capi
ultras più che cronisti, tifosi da bar più che osservatori OBIETTIVI ed
IMPARZIALI di una partita di calcio.
ACCOGLIENZA. Che non sarà una giornata tranquilla ce se ne
accorge da subito. La stampa casertana viene relegata accanto alla tribuna
stampa. Non nella tribuna stampa: luogo che compete ai giornalisti o a presunti
tali. Solo dopo una richiesta arrabbiata, la squisita addetta stampa Iris
Travaglione e la collaboratrice Sonia Iacoviello concedono ai giornalisti
casertani l’autorizzazione ad accedere in tribuna stampa. Ma non tutti
rientrano in questi pochi posti. I più sfortunati sono stati costretti a
lavorare in condizioni precarie, essendo stati collocati su seggiolini
sprovvisti di piano d’appoggio e prese elettriche. Ma questo fa parte del
gioco, perché è ovvio che uno stadio non ha una tribuna stampa con posti
infiniti.
LA
PARTITA. Con i due goal ravvicinati del
Benevento inizia lo show della tribuna stampa (in Curva hanno esultato in
maniera più contenuta). C’è chi gode: lecito. C’è chi esulta come fosse
arrivata la vittoria in una finale di Champions League. C’è chi sale sulla
propria postazione, ergendosi a capo ultras, sventolando la sciarpa
giallorossa. C’è chi lascia partire delle parole irripetibili contro la squadra
avversaria. C’è chi si gira verso i giornalisti casertani, mostrando ogni qual
volta le dita col numero delle reti. C’è chi provoca. C’è chi minaccia ed
aggredisce verbalmente un collega casertano, Pasquale Gallo di TuttoCasertana,
reo a loro detta di infuocare gli animi (sì, lui. Mi ero dimenticato degli
altri) con qualche parola inappropriata ed un video che “non doveva essere
girato”. C’è chi, come colleghi di oltre sessant’anni, che mi hanno prodotto il
vomito per la loro professionalità messa da parte per un pomeriggio.
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