Carissime lavoratrici e carissimi lavoratori,
l’emergenza
conseguente alla diffusione del Covid-19 non consente, quest’anno, di celebrare
con Voi la Festa del Lavoro, come ho sempre fatto nel passato. Tuttavia, non
voglio far mancare la mia vicinanza e il mio pensiero in questo tempo che si
presenta difficile e pieno di incognite.
L’emergenza sanitaria ha
portato con sé una nuova emergenza economica. L’interruzione di tante attività
produttive e commerciali rischia di mettere in ginocchio e di far sparire tante
aziende, con gravissima ripercussione sulla occupazione. Gli imprenditori, che
in questi anni hanno fatto non pochi sforzi per superare la crisi e creare
lavoro, oggi si trovano sulle spalle ingenti debiti e grandi punti
interrogativi circa il futuro delle loro aziende.
Nulla sarà come prima
per i settori che sono andati in sofferenza e vivono l’incertezza del domani: nel
nostro territorio, dal turismo alla ristorazione, dal mondo della cooperazione
e del Terzo settore alla filiera dell’agricoltura, dalla cultura alle fiere e
ai mercati.
Turismo, Ristorazione
e Commercio sono allo stremo: affitti da pagare e stipendi da corrispondere ai dipendenti;
i datori di lavoro sono rimasti senza liquidità, mentre la ripartenza si
preannuncia incerta e piena di ombre. E poi ci sono quei tanti che vivono di
espedienti e lavoro sommerso che sono rimasti senza alcun lucro per sostenere la propria famiglia.
Giorno dopo giorno,
ora dopo ora, verifichiamo l’angoscia che prende padri e madri di famiglia che
non riescono a mettere un piatto a tavola per i loro figli. Per Grazia di Dio
in queste settimane la Caritas e altre associazioni caritatevoli si sono messe
in moto e, consegnando cibo e buoni pasto, hanno assicurato la sopravvivenza.
Questo tempo ci ha fatto comprendere quanto siano importanti
la solidarietà, l’interdipendenza e la necessità di fare squadra per sostenere
e dare speranza ai più fragili.
In questo contesto sociale così precario e preoccupante, un
saluto cordiale desidero rivolgere alle Organizzazioni Sindacali che, con
enorme difficoltà, cercano di farsi interpreti e portatori delle attese e delle
istanze di tanti che rischiano di perdere definitivamente il lavoro, di quelli
che il lavoro hanno già perso e di coloro che non lo hanno mai avuto. A loro
rivolgo espressioni di vicinanza e di incoraggiamento a continuare a svolgere il
loro prezioso ruolo di intermediazione.
Un pensiero particolare, poi, voglio dedicare a lavoratori
speciali quali sono i medici, gli infermieri e tutto il personale che in questo
difficile tempo si sta dedicando, con
generosità e abnegazione, alle persone che si sono ammalate per il Coronavirus.
Il loro è stato un impegno straordinario
che ha visto tanti operatori sanitari prendersi cura delle persone contagiate senza
risparmiarsi, in alcuni casi fino a perdere la propria vita. Una testimonianza
che ci spinge ad andare avanti con speranza, per cogliere la sfida di rendere
il mondo una casa comune.
Con questo auspicio nel cuore e con il ricordo commosso delle
tante vittime ci apprestiamo a celebrare la Festa del 1° Maggio di quest’anno,
nella speranza che veramente più nulla torni ad essere come prima, nel senso
che per tutti ci siano salute, sicurezza e libertà ma anche lavoro e benessere.
Rivolgiamo alla Madre di Dio il nostro sguardo e affidiamoci alla sua misericordia.
Dio Vi benedica e ‘a Maronna V’accumpagna!
+ Cardinale Crescenzio Sepe
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