L’ex boss Raffaele Cutolo resta in carcere.
Finalmente una buona notizia!
La decisione è stata adottata dal magistrato del
Tribunale di Sorveglianza, Cristina Ferrari. Ad avanzare la richiesta era stato l’avvocato di Cutolo, Gaetano
Aufiero, che aveva fatto istanza martedì scorso affinché
il suo assistito potesse scontare la pena con l’applicazione provvisoria della
detenzione domiciliare.
Raffaele Cutolo, pluriergastolano, fondatore della
Nco, Nuova camorra organizzata, figura emblematica della criminalità tra gli
anni Settanta e Ottanta, grande manipolatore, da 42 anni detenuto e ristretto
al 41 bis di Parma, non
uscirà di prigione. Il suo legale aveva sostenuto nell’istanza che le condizioni di
salute del boss e la sua età, 79 anni, rappresentavano due criteri oggettivi e
contenuti nella circolare del Dap inviata alle strutture penitenziarie al fine
di monitorare le condizioni dei detenuti con patologie gravi e di età superiore
ai 70 anni. Già qualche mese fa, prima del lockdown, Cutolo era stato ricoverato
d’urgenza all’ospedale di Parma in
seguito a una crisi respiratoria acuta.
Oggi la risposta del magistrato di sorveglianza di
Reggio Emilia è però negativa.
L’avvocato del boss non si arrende e ora attende
l’esito della decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna
ribadendo che Cutolo soffre di patologie
gravissime, incompatibili con il sistema carcerario. Il magistrato Cristina
Ferrari, acquisite tutte le informazioni sulle condizioni di salute di Cutolo
dal carcere, ha confermato le patologie serissime ma ha altresì assicurato che
può essere curato in carcere. Dall’ordinanza infatti
si evince chiaramente che vi è una situazione detentiva rispettosa della dignità personale e si precisa che nel carcere di Parma il paziente può
contare su presenza e monitoraggio costante degli operatori sanitari, e che al
verificarsi di eventuale repentino aggravamento è possibile ricorrere al ricovero
esterno, come già accaduto.
Nel negare il beneficio, però, il magistrato ha anche
considerato un dettaglio importante: Cutolo rifiuta terapie e accertamenti, contribuendo
pertanto a creare una situazione di sofferenza e maggior rischio autoprodotto.
Questo atteggiamento giustifica il rigetto dell’istanza di differimento pena. Perché
chiedere i domiciliari per questioni di salute se di quella stessa salute
l’interessato sembra non averne cura?
Raffaele Cutolo resta dunque in prigione; non si aggiunge alla lista dei
boss mafiosi scarcerati per via dell'emergenza coronavirus, come
Francesco Bonura o Pasquale Zagaria. A tale proposito mi preme ricordare che il
Governo, ormai sotto accusa da settimane in merito a tale delicata questione,
ha sancito due decreti in 4 giorni proprio per rivedere alcuni di questi casi:
per personaggi del genere non esiste sconto di pena o beneficio che tenga; i
loro giorni, se così è stabilito, finiranno nelle patrie galere.
On.
Antonio DEL MONACO
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