Ci risiamo:
Scarcerazioni parte terza
Domenica 24 maggio, Massimo Giletti conduce la nuova puntata
di Non è l’Arena. Ci sono ancora molte zone d’ombra che il conduttore vuole
esplorare.
In settimana sono state rese note alcune intercettazioni di
Luca Palamara: su tali argomenti Giletti si confronta con Luca Telese, Alfonso
Sabella, Ettore Licheri. E con Nunzia De Girolamo. Presenti anche Antonio
Ingroia, Luigi De Magistris e Fabio Amendolara.
Ciò che ho potuto constatare, con mio grande stupore, è la totale
assenza di nozioni fondamentali in merito a tutta la questione, l’ignoranza in
materia: ancora una volta alcuni professionisti del settore hanno dimostrato di
parlare in modo del tutto inappropriato.
Pensare anzitutto che l’Articolo 14 bis, a seguito
dell’ascolto di un’intercettazione, sia una sorta di alleggerimento delle
misure detentive è un fatto assurdo: magistrati come Sabella, Ingroia e De
Magistris non hanno battuto ciglio, lasciando passare come buona la
definizione. È inaccettabile!
Il 14 bis, che sia chiaro, disciplina il regime speciale
della sorveglianza particolare e, nel caso specifico trattato in trasmissione,
pone per un determinato numero di mesi alcune limitazioni necessarie per
evitare di compromettere la sicurezza di alcuni detenuti negli istituti
penitenziari. Limitazioni non il contrario! Nel caso specifico, quindi, il Dap
ha deciso che Zagaria fosse inserito in questo regime speciale di sorveglianza.
Com’è possibile che a dei magistrati sfuggano nozioni così
basilari? Come possono sostenere che si tratti di un alleggerimento della pena
detentiva? Ingannare gli italiani, i cittadini comuni che, giustamente, non
conoscono a fondo leggi, nozioni e dinamiche non è corretto; tantomeno è
corretto il comportamento di un conduttore, un giornalista che, a digiuno di
informazioni, ha continuato con presunzione ad argomentare senza cognizione di
causa.
Si continua poi a puntare il dito contro il Dap; ma cos’è il
Dap? Evidentemente ruolo e competenze continuano a confondere. Il Dap,
dipartimento di amministrazione penitenziaria, ha il compito di garantire
l’ordine e la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari; il compito di
garantire l’esecuzione della misura cautelare e il coordinamento delle misure
detentive alternative. Il capo del Dap, nominato dal ministro della Giustizia,
è un coordinatore di uffici amministrativi; nulla ha a che vedere coi compiti
spettanti alla Magistratura, che delinea la pena, la custodia cautelare: il Dap
mette semplicemente in atto la decisione della Magistratura.
Quanto a De Magistris, ecco che viene fuori un’altra
storiella, ecco l’ennesimo sassolino nella scarpa che viene tolto: il sindaco
di Napoli ammette di essere rimasto piuttosto stupito dalla nomina di Basentini
a capo del Dap, poiché illo tempore
fu proprio Basentini ad indagare su di lui, allontanato poi da Giorgio
Napolitano, allora Presidente della Repubblica. Ci furono indagini tra la
procura di Salerno e quella di Potenza e alla fine furono allontanati i
magistrati di Salerno, tra cui De Magistris appunto, che aveva fatto delle
perquisizioni.
Perché tutti questi magistrati, se forti delle loro
convinzioni, non hanno parlato e denunciato allora? Per paura? Di cosa parlano
adesso? E ancora: è questo il modo di fare giornalismo? È un modus operandi del tutto fuorviante, utile solo a creare confusione
e a mettere altra carne sul fuoco.
Il fumo che si sta alzando servirà a ben poco se non a
gettare nello sconforto e nel caos i cittadini italiani. Complimenti a Giletti.
On. Antonio DEL MONACO
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