martedì 19 maggio 2020

L’indifferenza che uccide


L’indifferenza che uccide

Il 26 maggio del 2009 un commando di otto uomini con il volto scoperto, per rimarcare l’egemonia sul territorio di Montesanto a Napoli, irruppe nella piazza a bordo di moto ed esplose all’impazzata diversi colpi di pistola.
Fu colpito Petru Birlandeanu, giovane rumeno di 33 anni, suonatore di organetto, che con le sue note accompagnava i numerosissimi viaggiatori che quotidianamente transitavano per la stazione centrale di Montesanto, cercando di racimolare qualche soldo per poter vivere. Dopo gli spari, il panico e il fuggi fuggi generale, Petru, trascinandosi dalla piazza fin dentro la stazione, si accascia vicino ai tornelli e muore tra le braccia di sua moglie Mirela, nell’indifferenza di tutti: le immagini della sua morte, riprese dalle telecamere a circuito chiuso della stazione, fanno il giro del mondo.
Nelle tasche di Petru 8 euro, l’intero guadagno di quell’ultima giornata; un guadagno che serviva per mantenere parte della sua famiglia in Romania. Nella sparatoria fu colpito anche un bambino, portato immediatamente all’ospedale più vicino e salvato: Petru, con evidenti ferite mortali, fu lasciato lì, a perdere sangue… a perdere la vita, mentre la moglie gridava aiuto.
Ovviamente non era il giovane rumeno l’obiettivo, ma, ahinoi, non è la prima volta che un innocente del tutto estraneo al mondo criminale, per un tragico errore viene colpito e muore. Dopo sette anni, EAV decide, in accordo con l’assessorato all’istruzione, politiche sociali e sport della Regione Campania, e su proposta del Presidio di Libera Vomero Arenella e della Fondazione Polis, di intitolare la Storica Stazione di Montesanto a Petru Birlandeanu, nella convinzione che la memoria sia uno strumento essenziale per combattere l’indifferenza e l’assuefazione alla violenza camorristica. È quella che io definisco sclerocardia emozionale, indurimento del cuore.
A distanza di dieci anni, la fisarmonica di Petru è stata posta in una teca al centro della stazione Cumana in sua memoria e come monito per tutti i cittadini. Grazie al lavoro dei ragazzi del presidio di Libera Vomero Arenella, la fisarmonica, già presente in una nicchia nella stazione dal 2016, è stata ricollocata in una posizione più centrale e protetta da una grossa teca che mantiene lo strumento quasi sospeso ad altezza ideale per essere suonata da chiunque. Ho potuto vedere con i miei occhi quella teca, quella fisarmonica con i fori dei proiettili… e i miei occhi hanno pianto.
Ciò che mi ha fatto più male della tragica storia di Petru, vittima innocente, è la doppia morte: è stato ucciso dagli spari di criminali senza scrupoli, è vero, ma è stato altresì ucciso dalla gente comune, dall’indifferenza di un popolo solitamente solidale, generoso, empatico. Petru è morto dopo un’ora circa, poteva forse essere salvato. Credo che sentire la propria vita spegnersi in circostanze del genere sia orribile; ma mi chiedo, mentre un uomo muore dissanguato tra le urla disperate della moglie, quanto orribile possa sentirsi colui che fa finta di niente con l’unico pensiero di obliterare un biglietto e proseguire la propria corsa.

On. Antonio DEL MONACO

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