Per la seconda
volta questa mattina ci troviamo a celebrare un Consiglio Provinciale sul tema
della soppressione delle Province.
Siamo
fortemente preoccupati perché abolire la Provincia di Caserta vuol dire declassare
un intero territorio, cancellandone improvvisamente la sua storia, le sue specificità
e la sua varietà.
E sarebbe la
seconda volta per la nostra Provincia. La prima soppressione fu compiuta ad
opera di Mussolini, la seconda verrebbe attuata attraverso una decisione di un
Governo che ha commissariato il Parlamento.
Questa
operazione pianificata dal Governo avrebbe l’effetto di disarticolare
l’architettura dello Stato nella
nostra provincia. Purtroppo, non è difficile immaginare che, da qui a qualche
anno, ci troveremo di fronte alla necessità di ricostruire tutto quanto ci si
appresta a distruggere, a partire proprio da quelle Istituzioni che in questo
momento stanno pagando un prezzo altissimo in nome di una logica puramente e
irragionevolmente contabile.
Questo
provvedimento assolutamente improprio, poi, giunge immediatamente dopo un altro
grave atto compiuto da questo Governo, ovvero la soppressione di tutte le sezioni
distaccate del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Anche in questo caso,
purtroppo, così come si sta facendo per l’eliminazione delle Province, è stata
applicata una logica ragionieristica, basata su insensati tagli lineari, che
non ha tenuto minimamente conto delle differenti peculiarità delle varie realtà
nazionali.
La provincia
di Caserta è una provincia complessa, articolata, con una presenza forte della
criminalità organizzata e non può certamente essere comparata con altre
province del Nord o del Centro Italia. E soprattutto, eliminare la Provincia di
Caserta e privare questo territorio di tutte le Istituzioni che devono
garantire la sicurezza e la legalità vuol dire consegnarlo nelle mani della
malavita.
Non posso non
manifestare, inoltre, le mie profonde perplessità sui criteri adottati dal Governo per decidere la
soppressione delle Province. Una Provincia come la nostra, con quasi un milione
di abitanti e una notevole eterogeneità, non può essere soppressa solo perché mancano
pochi chilometri quadrati di estensione territoriale al raggiungimento del
parametro fissato dall’Esecutivo.
C’è da dire,
poi, che non dobbiamo limitarci ad una battaglia per la sopravvivenza delle
Province, ma, contestualmente, bisogna evitare che tali Istituzioni vengano
trasformate in enti di secondo livello, sul tipo delle Comunità Montane o dei
Consorzi, privandole delle principali competenze. A quel punto sarebbe meglio
abolirle definitivamente piuttosto che mantenere in vita delle scatole vuote.
Occorre, dunque, uno sforzo di mobilitazione
straordinaria da parte di tutti noi, che prescinda dalle differenze di
approccio di matrice politica ed ideologica, che possa contribuire a
salvaguardare l’esistenza e l’operatività dell’Amministrazione Provinciale di
Caserta che, in un contesto territoriale particolarmente problematico,
costituisce un ineliminabile un punto di riferimento obbligato per i 104 Comuni
di Terra di Lavoro.
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