A Praga il Forum On Perifheral Neuropathies con 200
esperti a confronto su nuove cure
Praga, 5 maggio 2017 – Non
solo alcuni antidepressivi e antiepilettici, tra quelli comunemente prescritti
contro il dolore neuropatico, sperimentato da tanti pazienti diabetici (nel
mondo occidentale e in Italia è netta la prevalenza delle neuropatie di origine
diabetica), sono efficaci. Per combattere il dolore associato alle neuropatie
periferiche – e intervenire su cause e
sintomi – i neurologi si affidano sempre più spesso al ruolo della Lac
(l-acetilcarnitina) alla luce dell’unicità del duplice meccanismo d’azione
(neurotrofico e antidolorifico) del farmaco.
E’ quanto emerge dal focus al centro del Forum On Perifheral
Neuropathies in corso a Praga dal 4 al 6 maggio e che vede riuniti oltre 200
specialisti in Neurologia, Ortopedia, Fisiatria e Reumatologia di fama
internazionale. Tra loro il prof. Lucio
Santoro, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Università Federico II di
Napoli. “Per combattere il dolore noi neurologi - spiega l’esperto – abbiamo oggi armi
farmacologiche, ma anche applicazioni di correnti strumentali che possono
ridurre il dolore del paziente. Ma quello che il neurologo fa sostanzialmente
nella sua attività quotidiana è usare i farmaci, oggi considerati validi per
alcune categorie di pazienti. Utili gli antidepressivi, alcuni in particolare,
ma ci sono farmaci di più recenti applicazione che attivano un meccanismo
completamente diverso. Come ad esempio l-acetilcarnitina che agisce in qualche
modo sulla trasmissione del neurotrasmettitore glutammato, riducendo la dismissione,
quindi riducendo l'impatto sulle sinapsi che trasmettono il dolore”.
Il perché le neuropatie periferiche – che in Italia
colpiscono l’8% della popolazione adulta – siano spesso associate al dolore lo
spiega lo stesso prof. Santoro: “Perché
è possibile che nell' ambito della patologia ci sia un coinvolgimento specifico
di quelle fibre che servono proprio a trasmettere l' impulso doloroso. Quando
queste fibre, che noi chiamiamo piccole perché hanno un calibro sottile, sono
coinvolte determinano una sintomatologia variamente dolorosa. A volte acuta,
altre volte sorda e prolungata. E ancora, perché nelle neuropatie periferiche
avvengono fenomeni infiammatori che coinvolgono anche le fibre più grandi,
quelle mielinizzate, con fenomeni che si trasmettono in periferia come
sensazioni anomale che noi chiamiamo parestesie e disestesie, spesso dolorose”.
Dolore, intorpidimento, formicolio alle gambe e ai piedi,
astenia, fitte profonde, scosse elettriche e perdita della sensibilità del
tatto: un vero e proprio calvario per oltre 4 milioni di italiani alle prese
con lombosciatalgia, cervicobrachialgia e Sindrome del tunnel carpale, ovvero
le forme più diffuse. “Le neuropatie
periferiche – sottolinea il prof. Lucio Santoro - di per sé danno problemi che
influsiscono sulla qualità della vita dei pazienti. Il dolore neuropatico,
soprattutto quando diventa cronico, è veramente invalidante”.
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